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La formula a lungo dibattuta della “federazione” in Italia è un passo avanti verso la realizzazione con un nuovo disegno di legge. Con il progetto approvato ieri dal Consiglio dei ministri, le regioni potranno beneficiare dell’autonomia su 23 capitoli come istruzione, sanità ed energia.
Attualmente in Italia ci sono 20 regioni, cinque delle quali a statuto speciale che prevede una parziale autonomia. Il nuovo disegno di legge, invece, consente alle regioni che non hanno questo statuto speciale di acquisire giurisdizione esclusiva su determinati titoli.
Il termine “autonomia differenziata” è utilizzato nel disegno di legge preparato da Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie della Lega. Le regioni hanno il diritto di rivendicare l’autonomia sotto diversi titoli.
La Lega Nord, nata come partito a difesa dell’indipendenza della Padania settentrionale, iniziò ad usare il nome di Lega solo durante il processo di trasformazione in partito che negli anni successivi si affermò a livello nazionale e si avvicinò la formula dell’autonomia riducendo la domanda di indipendenza.
Le relativamente prospere regioni settentrionali del paese hanno a lungo chiesto una maggiore autonomia, affermando di sostenere il peso maggiore delle regioni meridionali. Prima delle elezioni legislative dello scorso settembre, il tema dell’autonomia figurava tra le promesse elettorali della Lega.
Il governo, composto dai partiti di estrema destra Fratelli d’Italia, Lega e Let’s Italy di centrodestra, prevede di approvare il disegno di legge ed entrare in vigore tra circa un anno.
La distinzione tra poveri e ricchi
L’opposizione, in particolare le regioni meridionali ei sindacati, affermano che questo dispositivo dividerà il Paese in regioni di “1a classe” e di “2a classe” e aumenterà le disuguaglianze. L’opposizione accusa la redazione di “sgretolare” il Paese.
Maurizio Landini, leader del più grande sindacato del Paese, la Cgil, ha affermato che il piano di autonomia differenziata dividerebbe il Paese in “poveri e ricchi” ed è “una strada totalmente sbagliata”. Sottolineando che infrastrutture e servizi sociali sono più inadeguati nelle regioni meridionali, Landini ha detto: “Quello che bisogna fare è investire di più nei luoghi dove le infrastrutture sono di livello inferiore”.
I partiti di opposizione hanno anche criticato il disegno di legge definendolo un “investimento elettorale” in vista delle elezioni locali nel nord della Lombardia questo mese e mettendo in pericolo l’unità del Paese.
Elly Schlein, una delle principali candidate del Partito Democratico (PD) di centrosinistra, ha dichiarato: “Il disegno di legge sull’Autogoverno Differenziato (primo ministro Giorgia) è uno schiaffo a sud della Meloni”. Un altro leader dello stesso partito e presidente regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha detto “siamo pronti ad agire” contro il disegno di legge.
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha reagito alle elezioni amministrative che si terranno in Lombardia il 12-13 febbraio: “La Meloni sta sacrificando l’unità d’Italia in nome delle elezioni regionali”.
“Inizia il viaggio verso il federalismo”
D’altra parte, l’amministrazione della regione Veneto, che da anni esprime la sua richiesta di autonomia e rivendica l’indipendenza attraverso referendum non vincolanti, ha accolto con gioia il disegno di legge.
“E’ una giornata storica… Finalmente inizia il cammino verso l’autonomia, verso il federalismo”, ha detto Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. “Non è il separatismo dei ricchi o la voglia di dividere l’Italia, come sostengono alcuni, ma l’opportunità di crescere insieme”, ha detto Zaia.
Michele Emiliano, presidente della regione Puglia del sud, ha sostenuto che il disegno di legge sull’autonomia era finalizzato ad aumentare il sostegno della Lega alle elezioni amministrative in Lombardia, e ha detto: “Questo tentativo di autonomia prima delle elezioni in Lombardia, al fine di evitare che la Lega dall’essere disonorato”, ha dichiarato.
Anche l’Home Rule Bill approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri ha fatto notizia oggi.
Il quotidiano Il Fatto Quotidiano titola “Stanno facendo a pezzi l’Italia”. La Repubblica titola “Primo passo verso l’autonomia. Pd: Italia divisa”.
Anche il quotidiano La Stampa ha inserito nel titolo l’obiezione dell’Ordine dei Medici. Intervenendo al quotidiano, il presidente dell’Ordine dei medici Filippo Anelli ha dichiarato: “Le regioni ricche potranno destinare parte del loro gettito fiscale alla spesa sanitaria, e potranno trattenere il contributo di solidarietà che hanno versato allo ‘Stato per proprie regioni’ e ha detto che avrebbe ulteriormente ampliato il divario tra le regioni.
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