L’Italia sta cercando una via d’uscita dalla crisi politica che ha spinto il premier Mario Draghi a rassegnare le dimissioni giovedì scorso. Mentre ci sono suggerimenti per Draghi dall’interno e dall’esterno del paese per abbandonare la sua decisione di dimettersi, la possibilità di elezioni anticipate viene sempre più discussa.
La crisi, che ha portato alla fase di disgregazione il governo di unità nazionale istituito circa un anno e mezzo fa, è vista come l’esito della crisi di identità del movimento populista 5 stelle, che vive in fermento nel suo seno.
La decisione che ha spinto Draghi a dimettersi è stata il fallimento del suo partner di coalizione, il Movimento 5 Stelle, nel dare il voto di fiducia al governo giovedì scorso al Senato. Sebbene il governo abbia approvato il voto di sfiducia, Draghi ha deciso di dimettersi sulla base del deterioramento della struttura di unità nazionale della coalizione da lui guidata.
Sebbene il presidente Sergio Mattarella abbia respinto la sua richiesta di dimissioni, si dice che Draghi sia determinato a dimettersi e potrebbe annunciarlo entro la prossima settimana.
Voto parlamentare e sconfitta
Il Movimento 5 Stelle, diventato il partito leader con il 32% dei voti alle ultime elezioni politiche del 2018, ha perso circa i 2/3 del suo sostegno negli ultimi 4 anni. Circa la metà di coloro che sono entrati in parlamento dal movimento hanno cambiato partito durante questo periodo.
Il Movimento 5 Stelle ha partecipato ai 3 governi di coalizione istituiti dopo le elezioni del 2018. I primi due di questi governi sono stati guidati dall’attuale leader del movimento, Giuseppe Conte. Il mandato di Conte come primo ministro si è concluso nel febbraio dello scorso anno con la nomina di Mario Draghi a primo ministro degli Esteri.
Nelle analisi fatte dalla stampa italiana in questi giorni c’è anche l’affermazione secondo cui Conte si è avvicinato a Draghi, che ha perso la poltrona, con un sentimento di rivalsa personale.
Il problema dei rifiuti di Roma ha avuto un ruolo
Il Movimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, ha annunciato la sua decisione di non prendere parte al voto di fiducia di giovedì, adducendo come una delle ragioni il previsto trasferimento a Roma.
Il pacchetto, sottoposto al voto di fiducia del Senato, prevedeva anche un termovalorizzatore progettato come soluzione al cronico problema dei rifiuti della Capitale. Il Movimento 5 Stelle si oppone a questa installazione perché non è sufficientemente rispettosa dell’ambiente e va contro i suoi principi fondanti.
Conte si oppone agli aiuti in armi all’Ucraina
In alcuni commenti alla stampa, ricordando che l’ex sindaco di Roma apparteneva al Movimento 5 Stelle, c’è anche l’affermazione che i poteri che all’epoca non erano stati dati al sindaco per quanto riguarda il problema dei rifiuti sono ora dati al comune sotto l’amministrazione del Pd, e Giuseppe Conte non è a suo agio.
Aiuti per armi all’Ucraina
Il primo grande conflitto tra Conte le Draghi riguardava gli aiuti in armi all’Ucraina.
Il leader del Movimento 5 Stelle, Conte, si è opposto all’aiuto del governo italiano in questa direzione, affermando che il sostegno delle armi prolunga la guerra in Ucraina.
Questa disputa sulla politica ucraina ha portato anche a una grande spaccatura con il Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio, ex leader politico del movimento e ministro degli Esteri nell’attuale governo, ha lasciato il movimento il mese scorso dopo un disaccordo con Conte sulla questione.
Decine di parlamentari sono passati dal Movimento 5 Stelle al nuovo gruppo “Insieme per il futuro” fondato da Di Maio.
Il ministro degli Esteri Di Maio ha accusato il suo ex partito di aver tentato di rovesciare il governo di Draghi per invertire la sua perdita di consensi.
irrequietezza in movimento
D’altra parte, pur non avendo partecipato al voto di fiducia di giovedì, il Movimento 5 Stelle non ha deciso di uscire dal governo. I Ministri del Movimento continuano tuttora le loro funzioni.
Ciò provoca ulteriori disordini e divisioni all’interno dei 5 stelle. Queste divergenze all’interno del Movimento 5 Stelle (M5S) sono finite questa mattina sui titoli di molti quotidiani nazionali.
La Repubblica, uno dei maggiori quotidiani del Paese, ha scritto sotto il titolo “Battaglia per i ministri del M5S”, “Crescono le crepe all’interno del partito”.
Anche il Corriere della Sera è uscito con il titolo “Caos sul M5S, si avvicinano le elezioni”.
Si sottolinea che Giuseppe Conte vuole far risplendere l’identità antisistema e oppositiva che ha avuto un ruolo importante nell’ascesa del movimento populista 5 stelle ma che ha perso vitalità negli ultimi tempi.
Tuttavia, mentre la guerra, la pandemia, la crisi energetica e le preoccupazioni economiche in Ucraina continuano, si teme che l’Italia possa essere trascinata nell’instabilità politica.
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