I lavoratori italiani hanno scioperato contro le consegne di armi all’Ucraina e l’escalation delle spese militari della NATO. I lavoratori affermano di aver pagato il prezzo delle loro politiche di sostegno alla guerra con salari più bassi, disoccupazione e inflazione.
In Italia, il 20 maggio, diversi centri sindacali (Cub, Sgb, Usi-Cit, Cobas, SiCobas, Usb) hanno scioperato in vari settori pubblici come l’istruzione o i trasporti. Marce di protesta si sono svolte in città come Roma, Genova, Milano, Torino, Bologna o Palermo per condannare il contributo italiano all’escalation della guerra nell’Europa orientale.
Le organizzazioni raggruppate denunciano il deterioramento delle condizioni di vita della classe operaia mentre miliardi di euro vengono stanziati per finanziare le guerre.
Come hanno affermato, il budget militare in Italia passerà da 25 miliardi di euro all’anno a 38 miliardi di euro all’anno per rispettare il 2% del PIL concordato dalla Nato. I sindacati accusano il governo di Mario Draghi di favorire un’economia di guerra che limiti diritti e salari.
“Chiediamo l’arresto delle spese militari e l’allocazione del budget ai bisogni urgenti della popolazione, inclusi alloggi, salute, scuola, trasporti pubblici e ambiente”, si legge nella nota.
Anche la confederazione Usi-Cit si è unita all’azione, affermando di aver respinto “la posizione espansionista, oppressiva e militaristica della NATO nell’Europa orientale”.
Di recente, i lavoratori italiani hanno manifestato la loro opposizione ai piani di guerra dell’Alleanza Atlantica della NATO. Gli operai avevano chiuso l’aeroporto di Pisa e il porto di Genova, rifiutandosi di caricare armi destinate all’Ucraina, travestite da aiuti umanitari.
In un comunicato del sindacato USB si legge: “Il riarmo dell’Unione Europea e l’invio di armi all’Ucraina non solo minaccia la pace, ma per non parlare dell’aumento del consumo di idrocarburi e materie prime. che i padroni faranno ai lavoratori pagare. I lavoratori stanno pagando per questa consegna di armi attraverso il furto di risorse, licenziamenti, tagli salariali e inflazione.
Organizzazioni di sinistra e sindacati di base avvertono che gli Stati Uniti e l’Unione Europea intendono esacerbare il conflitto e che il prossimo vertice della NATO a Madrid potrebbe aprire le porte all’adesione di Svezia e Finlandia all’organizzazione, che porterebbe ad un’escalation del conflitto.
[Nueva Revolucion’dan Sendika.Org için Mehmet Bayram tarafından çevrilmiştir]
“Amante del bacon. Pioniere di Twitter. Tossicodipendente di Internet. Appassionato esperto di social media. Evangelista di viaggi. Scrittore. Ninja della birra.”