Il Vaticano apre una nuova inchiesta sul caso della sua connazionale Emanuela Orlandi, misteriosamente scomparsa quasi 40 anni fa.
Secondo notizie di stampa italiane, l’Ufficio per la promozione della giustizia, che coincide con la Procura generale della magistratura vaticana, riesaminerà fascicoli, documenti e testimonianze relativi al caso Orlandi. Secondo notizie dell’Ansa, l’accusa valuterà come primo passo le richieste presentate dal fratello maggiore di Emanuela Orlandi, Pietro Orlandi.
L’emittente pubblica Rai ha anche scritto che l’inchiesta era stata aperta “sulla base del fatto che papa Francesco voleva verità e trasparenza a tutti i costi” e ha detto che era volta a fugare ogni dubbio, comprese “le speculazioni più difficili da credere”.
Tra queste speculazioni, che sono state avanzate nei quasi 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, c’erano anche una serie di dure accuse, dallo scontro con la mafia ai giochi di potere politico dell’era della Guerra Fredda, passando per uno scandalo di pedofilia in Vaticano.
In una di queste accuse veniva citato anche Mehmet Ali Ağca, e si sosteneva che Orlandi fosse stato rapito per ottenere la liberazione di Ağca, poi imprigionato in Italia, a causa dell’attentato ai danni dell’ex papa.
Il soggetto della serie Netflix
Emanuela Orlandi, figlia di una famiglia residente in Vaticano, non è più tornata nella sua abitazione dalla quale è partita per frequentare la scuola di musica a Roma il 22 giugno 1983. Nonostante le numerose segnalazioni alla famiglia, alla stampa e alle autorità giudiziarie hanno mantenuto il caso Orlandi all’ordine del giorno da anni, la famiglia non riusciva a scoprire cosa fosse successo alla figlia da quasi 40 anni.
Infine, su avviso del 2019, è stato esaminato il Cimitero Vaticano, ma le tombe aperte erano vuote.
Il caso Orlandi e le esperienze della famiglia sono stati oggetto di un documentario intitolato “The Missing Vatican Girl: Emanuela Orlandi” uscito su Netflix lo scorso ottobre. Con l’impatto di questo documentario e l’avvicinarsi del 40° anniversario della scomparsa di Orlandi, il caso è tornato alla ribalta in Italia.
I partiti di opposizione avevano chiesto il mese scorso la creazione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla vicenda Emanuela Orlandi. Parlamentari del Partito d’Azione, del Pd e del Movimento 5 Stelle avevano chiesto all’Italia di fare pressioni sul Vaticano perché rivelasse quanto sapevano sul caso Orlandi.
Pietro Orlandi, che ha lottato per anni per conoscere il destino di suo fratello, ha dichiarato in una dichiarazione il mese scorso: “Conoscono molto bene la verità in Vaticano”.
Anche monsignor Georg Ganswein, segretario personale dell’ex papa Ratzinger, morto il 31 dicembre, avrebbe citato il caso Emanuela Orlandi nel suo nuovo libro, che uscirà questa settimana.
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