Educazione con i robot: approccio tecnologico alle lezioni di letteratura e teatro

Sebbene i robot utilizzati nell’istruzione siano associati alle lezioni di matematica, scienze e tecnologia, una scuola italiana ha introdotto l’intelligenza artificiale anche nell’arte e nella letteratura. Gli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Statale Toscanini seguono lezioni di italiano e teatro con i robot.

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Sebbene i robot utilizzati nell’istruzione siano associati alle lezioni di matematica, scienze e tecnologia, una scuola italiana ha introdotto l’intelligenza artificiale anche nell’arte e nella letteratura.

Gli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Statale Toscanini seguono lezioni di italiano e teatro con i robot.

Il professore di letteratura Luca Raina, uno degli artefici del progetto, afferma che l’idea di utilizzare i robot in queste lezioni è nata dal loro interesse per il futuro dell’istruzione e che è stata un po’ folle:

“I robot faranno parte della nostra vita, quindi dobbiamo imparare a comunicare con loro. Le istituzioni educative devono monitorare da vicino le nuove tecnologie e affrontarle con un approccio analitico.”

Robot sul palco, studenti dietro le quinte

In questa scuola, a 40 chilometri da Milano, alcuni alunni di 10 anni mettono in scena uno spettacolo. A differenza di altre scuole, gli studenti non erano sul palco, ma questa volta dietro le quinte. Sul palco i robot hanno messo in scena lo spettacolo scritto e diretto dai più piccoli.

Gli studenti hanno disegnato anche i costumi dei robot, che sono dotati di ruote per muoversi, schermi sul volto e sono dotati di un sistema audio.

Il progetto, durato quattro mesi, è stato realizzato in tre parti. All’interno dell’ufficio tecnico sono stati progettati i robot e le loro interfacce. Nelle lezioni di lingua e letteratura italiana l’accento è stato posto sulla scrittura di scenari e dialoghi. Problem solving, comunicazione e lavoro di squadra sono stati il ​​lato educativo del progetto.

Angela Bravo, una delle ideatrici dei robot, spiega che questi prodotti tecnologici sono costituiti da quattro parti: “Il meccanismo di movimento, il modulo principale che chiamiamo cervello del robot, uno schermo che ne riflette i volti e le espressioni facciali, e gli altoparlanti attraverso il quale sente la sua voce…”

Sebbene i robot siano stati prodotti da ingegneri, la progettazione dei costumi e la programmazione del testo del gioco nei robot tramite l’interfaccia sono state lasciate agli studenti.

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“Il problema più grande è che gli insegnanti non sono formati sulle questioni tecnologiche”

Il numero di scuole che partecipano a questa tendenza imprenditoriale e innovativa aumenta di giorno in giorno e gli insegnanti ora utilizzano i robot tanto quanto i libri di testo.

Bravo sottolinea una carenza nel sistema educativo. Dato che la formazione sui robot viene fornita agli insegnanti di informatica, il resto del personale didattico rischia di essere lasciato indietro da queste nuove tecnologie.

Raina afferma: “Negli ultimi anni sono stati stanziati budget generosi per le nuove tecnologie nelle scuole. Tuttavia, i prodotti tecnologici acquistati di solito non hanno altro scopo se non quello di raccogliere polvere sugli scaffali. »

“La tecnologia è a nostra disposizione, ma non sappiamo come utilizzarla nel modo più efficace nell’istruzione”.

Secondo Raina, la fonte del problema è che il Ministero dell’Istruzione non sa esattamente cosa ci si aspetta dai futuri insegnanti e manca di creatività.

Un altro problema di cui soffrono gli insegnanti è il divario tra le scuole. Si precisa che anche se alle scuole viene concesso un ulteriore aiuto finanziario nell’ambito del piano digitale attuato dal Ministero dell’Istruzione nel 2015 e a sostegno delle nuove tecnologie, gli istituti scolastici con opportunità limitate non possono beneficiare efficacemente di questo sostegno.

Affermando che le scuole sviluppate hanno sufficienti opportunità, visione e istruttori ben attrezzati per utilizzare le nuove tecnologie nei settori giusti, Raina vede la soluzione nel conciliare scuola e tecnologia e nell’integrarle nel sistema educativo.

Cajetan Longo

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