- ha scritto, Elogio a Pinar
- Titolo, Roma
I capi di Stato di sei paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sulla crisi climatica, esortando i paesi della regione e la comunità internazionale ad adottare misure urgenti ed efficaci.
I capi di Stato di Croazia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Grecia hanno dichiarato in una dichiarazione congiunta intitolata “Appello per il Mediterraneo” che la crisi climatica si è ormai trasformata in uno “stato di emergenza”.
È stato sottolineato che effetti quali il caldo estremo, le inondazioni, gli incendi, la desertificazione e i tagli all’acqua e all’elettricità sono stati ampiamente osservati, soprattutto nella regione del Mediterraneo. La dichiarazione includeva le seguenti dichiarazioni:
“Come previsto, la crisi climatica è arrivata e ha raggiunto proporzioni esplosive, tanto che ora si parla di uno ‘stato climatico straordinario’. Eventi naturali estremi distruggono l’ecosistema e minacciano la nostra vita quotidiana e il nostro modo di vivere.
“Non c’è più tempo da perdere, né compromessi per ragioni politiche o economiche. Dobbiamo agire e adottare misure urgenti ed efficaci. Tutti i paesi del Mediterraneo dovrebbero agire in coordinamento e compiere sforzi comuni per fermare e invertire gli effetti della crisi climatica.
I capi di Stato di sei paesi, Zoran Milanović, Sergio Mattarella, George Vella, Marcelo Rebelo de Sousa, Nataša Pirc Musar e Katerina Sakellaropoulou, hanno dichiarato: “È nostro dovere agire in questa direzione e adottare politiche concrete in questa direzione.
I leader hanno chiesto di agire “non solo per oggi, ma anche per il futuro dei nostri figli e delle generazioni future”; Tra queste azioni annovera anche l’istituzione di una “etica della responsabilità ambientale” e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
La dichiarazione invita l’Unione Europea, gli altri paesi del Mediterraneo e la comunità internazionale a mantenere questo tema in cima alle loro agende politiche.
“L’era globale in tumulto”
Nella sua dichiarazione di fine luglio, il segretario generale delle Nazioni Unite (ONU) Antonio Guterres ha affermato che l’era del riscaldamento globale è finita ed è iniziata “l’era dell’ebollizione globale”.
Gli esperti climatici affermano che lo scorso luglio potrebbe aver battuto il record del mese più caldo mai registrato.
L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha annunciato che le prime 3 settimane di luglio 2023 saranno le 3 settimane più calde e si prevede che supereranno il record per l’intero luglio con dati che includono anche i giorni successivi. I dati totali per luglio dovrebbero essere annunciati la prossima settimana.
Secondo i dati dell’organizzazione, il 6 luglio 2023, il record medio giornaliero della temperatura dell’aria superficiale è stato superato a livello globale.
Questi record arrivano dopo il giugno più caldo mai registrato.
Un appello degli scienziati ai media
Secondo il rapporto pubblicato lo scorso giugno dall’organizzazione ambientalista Legambiente in Italia, gli eventi meteorologici estremi avvenuti nel Paese nei primi 5 mesi di quest’anno sono aumentati del 135% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Anche l’Italia è stata colpita da forti temporali e grandinate il mese scorso, con molteplici allarmi di ondate di caldo.
Alla fine del mese scorso, 100 scienziati, tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi, hanno chiesto un’adeguata copertura mediatica del cambiamento climatico.
Nella lettera aperta, “i media italiani parlano ancora spesso di ‘maltempo’ più che di cambiamento climatico. Spesso ignorano le cause e le soluzioni. È come parlare del virus SARS-CoV-2 nella primavera del 2020, o di persone ricoverate in ospedale o morte per problemi respiratori, senza menzionare la soluzione, i vaccini.
Gli scienziati italiani hanno detto:
“Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) ha chiarito molto chiaramente nel suo ultimo rapporto quali sono le principali cause del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra derivanti dall’uso di combustibili fossili. Ed è stato altrettanto chiaro sulle soluzioni prioritarie: una rapida fine del carbone, del petrolio e del gas e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili”.
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