In Italia, il cittadino turco Gün Ufuk è stato condannato a 20 anni di carcere in relazione al caso della barca di immigrati affondata al largo delle coste italiane il 26 febbraio 2023, dopo aver lasciato Çeşme, uccidendo almeno 94 persone.
Il giudice della città di Crotone ha dichiarato che Gün Ufuk era uno degli organizzatori della rete di traffico di esseri umani e gli ha comminato una multa di 3 milioni di euro.
L’imbarcazione presumibilmente utilizzata da Ufuk è stata distrutta da una tempesta al largo di Cutro, nel sud Italia.
Ufuk ha negato le accuse e ha affermato di essere fuggito dalla Turchia per motivi politici.
Ufuk Gün, che presumibilmente guidava la barca ed era fuggito senza aiutare gli immigrati dopo l’incidente, è stato arrestato in Austria l’anno scorso.
Secondo le dichiarazioni dei sopravvissuti dell’imbarcazione affondata, a bordo dell’imbarcazione salpata dalla costa di Çeşme il 22 febbraio c’erano quattro trafficanti.
Secondo la stampa italiana tra gli arrestati della prima fase figurava anche un altro cittadino turco, Sami Fuat.
È stato affermato che nelle riprese telefoniche ottenute, Ufuk Gün era alla guida della barca.
Secondo quanto riferito, i sopravvissuti all’affondamento della barca hanno affermato nelle loro dichiarazioni che Ufuk Gün era alla guida della barca e che è scappato senza aiutare gli immigrati mentre la barca stava affondando.
Mentre l’Italia è stata accusata di aver ritardato il suo intervento sull’imbarcazione, il governo ha sostenuto che la responsabilità spettava all’unità di sicurezza delle frontiere dell’Unione Europea, Frontex, e ai “trafficanti di esseri umani”.
Anche l’avvocato di Ufuk, Salvatore Falcone, ha sostenuto che il suo cliente era stato dichiarato “capro espiatorio” dalle autorità che non hanno potuto intervenire nell’incidente.
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