Appello dei politici turchi: fermare la brutalità di Israele

I politici turchi hanno reagito alla sparatoria all’ospedale battista Al-Ehli, che ha ucciso almeno 500 persone. “Fermata immediata alla brutalità israeliana” è stato richiesto.

Foto: AA

Il Ministero della Sanità di Gaza ha annunciato che Israele ha bombardato l’ospedale battista Al-Ehli di Gaza e che sono morte almeno 500 persone.

Nel timore che il bilancio delle vittime potesse aumentare ulteriormente, il presidente Tayyip Erdoğan ha risposto all’attacco.

“Colpire un ospedale contenente donne, bambini e civili innocenti è l’ultimo esempio di attacchi israeliani privi dei valori umani più basilari. » Erdogan ha detto: “Chiedo a tutta l’umanità di agire per porre fine a questa brutalità”. Egli ha detto.

Le reazioni all’attacco sono arrivate da altri leader politici.

Kemal Kılıçdaroğlu, presidente del CHP:

“Non è necessario distorcere le parole. Israele ha commesso un crimine contro l’umanità. Questo è ciò che chiamiamo un omicidio, un massacro. Maledico! »

Ahmet Davutoğlu, futuro presidente del partito:

“Gli attentati negli ospedali sono anche una lotta al terrorismo? Maledico il maledetto Israele che ha ucciso 500 persone innocenti bombardando un ospedale a Gaza. Si chiama crimine di guerra, si chiama massacro, si chiama terrorismo di stato. “Starò al fianco dei miei fratelli palestinesi fino al mio ultimo respiro”.

Ali Babacan, presidente del Partito Deva:

“L’attacco aereo israeliano all’ospedale Arab Ahli nella Striscia di Gaza è chiaramente un crimine di guerra. Tutti coloro che non reagiscono ai crimini contro l’umanità a Gaza sono responsabili di questo massacro. “La comunità internazionale deve parlare urgentemente con una sola voce e dire che questo massacro deve finire, senza ricorrere ad alcuna giustificazione o scusa”.

Ekrem Imamoğlu, sindaco della municipalità metropolitana di Istanbul:

“Il fatto che Israele colpisca l’ospedale di Gaza è un crimine contro l’umanità. Condanno fermamente tutti gli attacchi contro i civili. “Chiedo alle istituzioni internazionali che restano silenziose e lente di fronte a tutti questi sviluppi di togliere urgentemente la testa dalla sabbia e compiere sforzi urgenti per la pace nella regione”.

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Cipriana Fallaci

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