Appello al premier Draghi di centinaia di sindaci in Italia: non dimettetevi

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Centinaia di sindaci in Italia hanno chiesto al premier Mario Draghi, che ha deciso di dimettersi la scorsa settimana, di revocare la sua decisione.

Quasi 1.000 comuni, tra cui grandi città come Roma, Milano e Firenze, hanno chiesto a Draghi di continuare il suo dovere con un appello comune. Nell’appello congiunto, i sindaci hanno affermato di seguire con preoccupazione la crisi di governo creata “irresponsabilmente” e hanno affermato:

“All’indomani della pandemia ea causa della guerra in corso, le nostre città, in una lotta senza precedenti per la ripresa economica, per le opere pubbliche essenziali, per la gestione dell’emergenza sociale, non possono affrontare una nuova crisi. Crisi oggi significa inazione e divisione, mentre in questo momento significa azione, credibilità, serietà”.

Sottolineando che vedono da vicino i problemi dei cittadini quotidianamente, i sindaci hanno detto: “Chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al parlamento i motivi per cui il governo deve rimanere al suo posto.

Uno dei partner della coalizione, il Partito Italia Vivente, ha anche lanciato una petizione chiedendo che “Draghi rimanga a Palazzo Chigi (Primo Ministro)”. Ad oggi, oltre 90.000 persone hanno firmato la petizione.

Sono previste anche dimostrazioni nell’ambito dei tentativi di persuadere Draghi ad abbandonare la sua decisione di dimettersi. Una manifestazione si svolgerà oggi nella capitale, Roma, con l’invito a “continuare con Draghi”. Durante la protesta è stato scelto come slogan lo slogan “Qualunque cosa serva”, pronunciato da Draghi in riferimento ai suoi sforzi per salvare l’euro quando era presidente della Banca centrale europea.

Possibilità di elezioni anticipate in autunno

Dopo un voto di sfiducia al Senato giovedì scorso, il presidente del Consiglio Draghi ha deciso di dimettersi. Nonostante il governo abbia ricevuto la fiducia dal Senato, Draghi ha rassegnato le dimissioni perché il suo compagno di coalizione, il Movimento 5 Stelle, non ha partecipato al voto.

Il presidente Sergio Mattarella non ha accettato le dimissioni e ha invitato Draghi a fare un bilancio della situazione in parlamento. Draghi dovrebbe parlare al parlamento mercoledì.

Alcuni dei partner della coalizione stanno cercando di convincere Draghi a rimanere al potere fino a mercoledì. È anche all’ordine del giorno organizzare nuovamente un voto di fiducia in Parlamento mercoledì. I negoziati continuano per garantire una netta maggioranza prima di questo voto.

D’altronde, le trattative dei partiti politici all’interno della coalizione di governo degli ultimi giorni non hanno prodotto alcun risultato atto a togliere l’incertezza.

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Salvini e Berlusconi hanno annunciato elezioni anticipate.

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, leader dei partiti Lega e Let’s Italy sulla destra della coalizione, hanno tenuto un vertice di emergenza nel fine settimana e hanno determinato una posizione comune. Salvini e Berlusconi hanno affermato che l’attuale governo non può continuare con il Movimento 5 Stelle e hanno annunciato elezioni anticipate.

Anche se non ha concesso il voto di fiducia al governo, il Movimento Cinque Stelle, che non ha deciso di lasciare la coalizione, ha tenuto questo fine settimana anche un incontro all’interno del partito. Secondo i media dell’incontro, è probabile che ci saranno ulteriori divisioni all’interno del movimento tra sostenitori e oppositori del governo Draghi.

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha presentato al presidente del Consiglio Draghi una lista di 9 punti e ha detto che se queste condizioni non fossero soddisfatte, non potrebbero rimanere al governo. Fonti del Presidente del Consiglio, invece, hanno condiviso con la stampa che Draghi non si sarebbe attenuto a tali “ultimatum”.

L’incertezza dopo l’annuncio di Draghi della sua decisione di dimissioni giovedì scorso sembra continuare fino a mercoledì prossimo. Secondo l’analisi della stampa, sembra più probabile che Draghi resisterà alla sua decisione di dimettersi e che le elezioni anticipate si svolgeranno nel quadro attuale.

In questo caso si prevede che le elezioni politiche previste per la prima metà del 2023 vengano anticipate e che le urne siano indette il prossimo autunno.




Fiorello Zito

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