Anti-xenofobia e politica populista – Turgay Yerlikaya

Ci sono indicazioni concrete che viviamo in tempi populisti segnati da intense migrazioni e problemi economici. La performance dell’estrema destra e del populismo, recentemente in ascesa in Occidente, sulla scena politica solleva preoccupazioni su questo tema. In effetti, è chiaro che i partiti di estrema destra e populisti cresciuti negli ultimi anni nei Paesi Bassi, in Germania e in Francia hanno influenzato altri paesi del continente. Ad esempio, mentre la politica di estrema destra cresceva in influenza in Svezia e Finlandia, in Italia emergeva il governo Meloni. Il fatto che questa tendenza, avviata da figure come Marine Le Pen e Wilders, sia così efficace in tutto il continente, induce a commentare che l’ombra del fascismo è scesa ancora una volta sull’Europa. È chiaro che questa spinta verso il centro dell’Europa serve a normalizzare temi come la xenofobia e il razzismo in politica, e tutti i partiti di tutto lo spettro politico stanno cercando di cavalcare quest’onda.

I partiti e le organizzazioni razziste, che si posizionano sulla base delle differenze culturali così come delle questioni economiche e di immigrazione, servono alla xenofobia di massa attraverso la distinzione noi-loro. I movimenti anti-islamizzazione e le organizzazioni neonaziste in molti paesi europei, in particolare negli Stati Uniti, approfittano dell’opposizione istituzionalizzata agli stranieri e possono raccogliere più sostenitori. Anche l’uso attivo dei social network da parte di questi movimenti porta ad un aumento di massa.

È chiaro che i social network, che offrono un’opportunità di comunicazione altamente interattiva, hanno contribuito negli ultimi tempi alla generalizzazione di un atteggiamento severo ed escludente nei confronti degli stranieri.

. Come nell’esempio di Trump, Meloni, Wilders e Le Pen, i politici di estrema destra fanno ampio uso dei social media e strumentalizzano le dinamiche informali di questi ambiti per le proprie politiche. È ovvio che gli effetti crescenti della situazione attuale creeranno nel prossimo futuro seri problemi in termini di funzionamento della democrazia in tutto il continente.

È POSSIBILE LA LOTTA CONTRO GLI STRANIERI IN Türkiye?

L’interruzione delle rivendicazioni di democratizzazione, iniziate nel dicembre 2010 e che hanno avuto in breve tempo un impatto nel Medio Oriente e nel Nord Africa, con controrivoluzioni, ha portato ad una differenziazione delle equazioni regionali. Gli interventi di attori come Iran e Russia in Siria hanno innescato una grave ondata migratoria verso la Turchia e i paesi della regione. I rifugiati, divenuti soggetti politici per vari motivi,

Questo è uno dei principali punti all’ordine del giorno di tutte le elezioni del 2018 e oltre.

Il fatto che un partito che si posiziona sulla base della lotta ai rifugiati e alla xenofobia abbia ottenuto numerosi voti alle elezioni del 14 maggio dimostra che la politica populista, che ha guadagnato slancio in Occidente, sta cercando di trovare il suo posto anche in Turchia. La politica razzista del suddetto partito e del suo presidente Ümit Özdağ, che recentemente si è trasformata in un’ondata che comprende turisti arabi e rifugiati, sta suscitando gravi reazioni. Anche se questo stile di politica, che mette tra parentesi i turisti occidentali e prende di mira una certa razza, è oggetto di un altro articolo, anche la percezione esistente degli arabi in Turchia rende più facile per questa politica trovare sostegno.

Questo atteggiamento, che mira a rimanere all’ordine del giorno con la sua politica anti-straniera creando uno spazio di intensa interazione nei social media, sta aumentando questo discorso nei media rilevanti. Questa preferenza del politico in questione, che condivide contenuti a scopo di manipolazione sui social network, può essere direttamente efficace nel modellare la percezione degli stranieri. Infatti, osservando le sezioni dei commenti delle interazioni sui social media in questione, è chiaro che alcune espressioni potrebbero rientrare nell’ambito dei crimini d’odio.

L’EFFETTO DELL’ULTIMA DESTRA SULLA POLITICA TURCA

È inquietante il fatto che il discorso populista e di estrema destra, che si è diffuso ampiamente sotto l’influenza dei social network, possa essere trasferito in breve tempo nella sfera pubblica. Tanto che l’appello di un turista marocchino a non venire in Turchia perché è stato oggetto di un’aggressione verbale razzista comporta seri rischi in termini di inclusione culturale e guadagni economici della Turchia. Considerando l’impatto positivo del settore turistico su tutti i settori, in particolare sul deficit delle partite correnti, negli ultimi anni, è chiaro che gli atteggiamenti anti-stranieri e razzisti causeranno seri problemi in termini di economia e politica in Turchia.

L’esperienza storica e la cultura politica della Turchia impediscono alla retorica populista e di estrema destra di prendere piede. Tuttavia, questa natura è lungi dall’impedire alla politica in questione di trovare potere e sostegno. In questo ecosistema, dove il modello di sistema di governo ha dato importanza ai piccoli partiti, aumenta la possibilità che tendenze simili rafforzino e addirittura influenzino il centro come avvenivano prima del 14 maggio. Infatti, data l’importanza di ministeri e istituzioni critici che Özdağ, quasi un attore chiave nel secondo turno delle elezioni del 28 maggio, otterrà attraverso i testi degli accordi bilaterali, l’entità della minaccia rappresentata dalla politica in questione per la Turchia si capirà più chiaramente.

Berengar Insigne

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