Gürsel Fırat è uno degli esempi più vividi e appassionati dello spirito del poeta. Ha condiviso un post la scorsa settimana: A proposito di Nevzen Tevfik e Ahmet Rasim…
IL NERO DELLA MISERICORDIA
“Neyzen è crollato in strada. A piedi nudi…
Un bambino gli si avvicinò e gli disse:
-Stiamo dipingendo?
Il tuo giocatore di New York sta male.
– Non ho scarpe, disse, dipingimi la faccia.
Diede al bambino i tre centesimi che aveva in tasca.
Ahmed Rasim stava passando.
Quando vedi Neyzen,
-Cos'è questo? Hai giocato a Otello? Chiese.
La risposta di Neyzen è stata stimolante:
-La compassione a volte porta delusione a una persona, maestro!
Ahmed Rasim ha portato Neyzen Tevfik a casa, gli ha lavato e pulito la faccia.
Neyzen si guardò allo specchio.
“Maestro” disse. “Grazie a Dio ho provato una tale vergogna.
E se fossi la vergogna degli spietati: non verrebbero mai allo scoperto…
Bacio il cuore del poeta di Gürsel Fırat…
DAL PODLY TOUCH AI DIAGRAMMI DEVILABILI…
Voglio condividere un altro aneddoto:
2. Negli anni della guerra di spartizione… Cioè gli anni in cui i ladri saccheggiavano le mense degli oppressi.
L’Italia ha attaccato il popolo libico, che aveva trovato la vita nel deserto, con la sua tecnologia, i suoi carri armati, i suoi cannoni e i suoi fucili.
Quando si parla di ricchezze sotterranee, la compassione sui volti degli italiani è stata cancellata e dal basso è emersa una nazione selvaggia. Il tocco della misericordia di Dio che adornava le loro cattedrali si era trasformato in una macchina della crudeltà del diavolo.
Le preghiere sugli altari delle chiese italiane si trasformarono in bombe e cominciarono a bruciare il popolo libico oppresso.
I deserti libici sono teatro di torture che farebbero vergognare l’umanità anche oggi. L'artefice di questa oppressione è il generale italiano Graziani.
Il popolo libico, sotto la guida del maestro Ömer Muhtar, scrive l'epopea della guerra d'indipendenza contro le armi distruttive della civiltà italiana.
CIVILTÀ SEPOLTE NEI DESERTI
Attraverso trappole e intrighi, Ömer Mukhtar viene catturato, incatenato e portato a Roma.
Grazian, vittorioso nella sua posizione, mostra una moneta italiana a Ömer Muhtar incatenato e gli dice:
“Perché resisti? Oggi in Libia vale la moneta italiana…”, ha detto.
Ömer Mukhtar guarda i soldi e dice al generale:
“Le monete di molte civiltà simili sono sepolte sotto la sabbia dei deserti libici”, dice…
Graziani insiste sulla sua opinione:
Quando Ömer Muhtar disse: “Accetta la superiorità dell’Italia, altrimenti sarai giustiziato…”
“Puoi giustiziarmi.” “Sopravvivrò ancora ai vostri carnefici… Perché io sono l'indipendenza della Libia…” ha detto.
In effetti, Ömer Mukhtar cammina coraggiosamente ed eroicamente verso la morte; Il boia è subdolo e codardo…
E infatti Omar Mukhtar arde come la fiaccola dell’indipendenza del popolo libico.
E ancora oggi la storia lo ricorda come un simbolo vivente…
Nessuno ricorda nemmeno il nome del proprio carnefice.
ABDİ İPEKÇİ E I PATRIOTI
Oggi è il 1 febbraio… Nel 1979, Abdi İpekçi fu mandato nell'eternità dai proiettili di un assassino.
Coraggiosamente, eroicamente… Ma il codardo che gli ha sparato viveva in scatole come un insetto… Si è insinuato lungo i muri… Colui che gli ha sparato è stato scelto come vittima allo stesso modo di Abdi İpekçi.
Abdi İpekçi, Bahriye Üçok, Çetin Emeç, Turan Dursun, Necip Hablemitoğlu, Eşref Bitlis, Ahmet Taner Kışlalı, Uğur Mumcu e altri patrioti di cui non posso menzionare i nomi sopravvissero ai loro aguzzini.
La loro compassione e le loro idee brillanti li hanno spinti a donare il sangue e a suicidarsi. Il loro sangue versato ora circola nelle vene del nostro popolo…
Mentre i codardi vivono nascosti nell’oscurità della propria spietatezza, i patrioti vivono ad alta voce…
Anche se sono morti…
Perché la loro aspettativa di vita è troppo lunga e troppo lunga per superare quella di mille persone normali.
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