Lo scrittore italiano Antonio Scurati: “L’inventore di quello che oggi chiamiamo populismo è Mussolini”

Traduce dall’italiano al francese il discorso dell’autore italiano Antonio Scrati la sua traduzione Haldun Bayri lo tradusse in turco.

Le intuizioni che hanno portato Benito Mussolini al potere sono il “centro oscuro dell’appeal populista” della destra post-fascista di oggi, dice lo scrittore italiano Antonio Scurati, che ha ricevuto il Premio Europeo per il libro.

Nell’ottobre 1922 Benito Mussolini marciò su Roma e portò al potere il fascismo. Cento anni dopo, la vittoria elettorale della destra postfascista suggerisce una seconda marcia verso Roma. Penso che sia un pensiero a cui resistere.

Non dobbiamo cedere alla tentazione di questo confronto storico. Non solo perché il fascismo del Novecento, con il suo partito armato uscito dalle trincee della prima guerra mondiale, è un evento unico nella storia contemporanea dell’Europa occidentale; allo stesso tempo, perché questa analogia ci impedisce di vedere nel presente ciò che resta di questo passato, di Mussolini, se non del fascismo, nel nostro tempo.

Personalmente, per parte mia, ritengo che l’attualità di Mussolini si basi sulle sue intuizioni su che fine abbia fatto la politica nell’era delle masse. Questa età che si aprì allora ha ora raggiunto lo stadio della maturità. Sono queste intuizioni che fanno di Mussolini non solo il fondatore del fascismo, ma anche e soprattutto l’inventore di quello che oggi si tende a chiamare, spesso vagamente, populismo.

Secondo questa lettura, Mussolini è il padre del populismo riconsiderato in una prospettiva storico-culturale centrata sul nostro tempo presente. Questa prospettiva retrospettiva sottolinea il potere della seduzione piuttosto che la violenza del fascismo; Ci costringe ad ammettere che se il fascismo ha battuto l’Italia con una mano, con l’altra ha sedotto gli italiani e la sua parte inscindibile, il populismo.

Identificazione delle persone con il corpo del leader

Io sono il popolo. Le persone sono mie”. Questa è la prima affermazione del populismo mussoliniano. Questo costringe la mente a basare la politica su una persona; Indifferente a tutto ciò che prova il contrario, finisce per mitizzare. L’identificazione del leader con le persone – e l’identificazione delle persone con il corpo del leader (che comunica emotivamente e irrazionalmente con le persone nel senso che non c’è bisogno di pensare) – crea un forte conflitto che opera attraverso protocolli di esclusione e oppressione alimentati da ideologia nazionalista (o dominazionista): per me chi non è con me, è contro il popolo, è un intruso nel popolo, è estraneo alla patria, è un invasore che si è infiltrato nella patria, è un nemico d’Italia (o nemico della Francia, nemico dell’America, ecc.). Questa organizzazione, che si nutre costantemente di nuovi nemici, è costantemente pronta ad attaccare nuove opposizioni e ribelli; ma il suo unico crimine “essere differente” È anche pronto ad attaccare individui e gruppi con L’establishment populista del fascismo storico è stato spazzato via dalla propaganda fascista perché ispirato dalla rivoluzione russa dei primi anni ’20. “Peste asiatica”Ha schiacciato una vasta gamma di sudditi, dai socialisti italiani – i cosiddetti invasori stranieri – agli ebrei italiani della fine degli anni ’30.

Questa prima affermazione conduce a una radicale semplificazione. È qui che appare il secondo punto che distingue il populismo da Mussolini, la seconda ragione del suo fascino. Mussolini sapeva bene che l’individuo del primo Novecento si sentiva schiacciato sotto il pungente peso della vita moderna; Tale era lo scopo della feroce polemica contro la democrazia parlamentare che segnò gli inizi del fascismo: presentare la democrazia parlamentare con la sua lentezza, la sua inefficienza, la sua corruzione e il suo insostenibile pluralismo come la morbosa controparte politica dell’insostenibile complessità della società e dell’esistenza. “Non siamo politici, siamo antipolitici; non siamo un partito, siamo antipartito” annuncia il futuro Duce mentre costruisce il suo movimento.

L’odore aspro della paura

Di fronte a tutto ciò, il Populista non minaccia, ma promette un momentaneo sollievo, riducendo tutti i problemi alla fantasia di un nemico invasore: lo fa semplificando radicalmente la complessità della vita moderna. È una bugia, una favola raccontata facendo addormentare i bambini, mi dirai. VERO. È un impegno che non promette nulla e quindi funziona.

Terza grande intuizione del populista Mussolini: Nell’era delle masse, il capo politico deve guidare le masse non guidandole verso i nobili traguardi che non riescono a vedere, ma seguendole e restando loro un passo indietro. (“Io sono il prossimo uomo” disse Mussolini, fiero di sé, “Sono come gli animali, sento arrivare il momento”). Ciò significa che non hanno idee, strategie, programmi; ma mette in pratica la superiorità tattica del vuoto. Cosa fai quando sei indietro? Pensi? Stai festeggiando? Prevedi? No. Senti l’ambiente. Cosa fai quando riduci la vita politica al tuo umore, quasi sempre al tuo cattivo umore? Che profumo impregna quando la civiltà scende al sostrato dell’animalità? L’odore aspro della paura.

All’alba della prima guerra mondiale, immenso laboratorio di un’umanità ridotta alle sue paure più primitive, dopo la cacciata della speranza del Partito socialista, il partito del futuro sole, Mussolini viene a conoscenza di una terrificante cosa di importanza: C’è solo una passione politica più forte della speranza: è la paura. Di cosa è questa paura? Paura della speranza degli altri. Ieri si temeva la vittoria della rivoluzione socialista; oggi è la paura di realizzare le speranze di una vita migliore per questi popoli che hanno dovuto migrare in massa verso l’Europa.

Una formula che è insieme minacciosa e confortante

Quasi tutta la propaganda fascista dei primi anni ha alimentato questa paura, se ne è nutrita, si è gonfiata come un sacco. Fatto ciò, al populismo mussoliniano resta solo una cosa da fare: trasformare la paura in odio; trasformare questa emozione regressiva, debilitante e paralizzante in qualcosa di offensivo, mobilitante, travolgente. Dopo aver dichiarato per anni alla piccola e alta borghesia di aver paura, ha detto: “Non abbiate paura, odiate!” è ora di gridare.

“La democrazia si è rivelata un esperimento fallito, il Parlamento complica la vita inutilmente, tutti i problemi sono solo un nemico invasore, questo nemico ti sta davanti e io sono con te”.

Cento anni fa, da un lato, le milizie (quadrismo) Mentre terrorizza il paese, Mussolini seduce l’Italia con questa formula che è insieme minacciosa e confortante. Oggi come ieri, in questa formula batte il cuore dell’attrazione populista.

(Valentine Morizot traduce dall’italiano al francese)

¶ Lo scrittore italiano Antonio Scurati ha vinto il 16° Premio Europeo del Libro per il secondo volume di un romanzo autentico su Mussolini, il cui ultimo volume è stato appena pubblicato in Italia, “M, l’homme de la providence” (Les Arènes, 2021, Fr. trad.: Nathalie Bauer) con il suo libro. © Antonio Scurati in accordo con l’Agenzia Letteraria Italiana

Berengar Insigne

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