I giornali italiani hanno ampiamente parlato del piano della Turchia di inviare truppe in Libia. Il Corriere della Sera scrive che l’Unione Europea sta valutando l’idea di istituire una no-fly zone in Libia. Notizie da Roma di Övgü Pınar.
Sul Corriere della Sera, uno dei maggiori quotidiani italiani, sono state pubblicate le seguenti righe:
“L'idea che si diffonde sempre più negli ambienti militari europei è che le forze aeree di Francia, Inghilterra, Germania e Italia intraprendano una missione per porre fine al duello tra droni, che attualmente gioca un ruolo decisivo nel destino di Tripoli. guerra.”
È stato affermato che una no-fly zone istituita dai paesi europei potrebbe paralizzare l’attacco militare del generale Khalifa Haftar alla capitale Tripoli nel breve termine.
La notizia indica anche che il primo ministro italiano Giuseppe Conte ha incontrato ieri il leader russo Vladimir Putin e il presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi.
“Meglio di niente, ma non sarà facile da attuare”
Anche il quotidiano Il Giornale ha incluso le accuse di una no-fly zone nel suo articolo sull'annuncio del presidente Recep Tayyip Erdoğan di presentare una mozione alla Grande Assemblea Nazionale turca per lo schieramento di soldati turchi in Libia.
Il quotidiano scrive che finora l'Italia ha sempre “sventolato inutilmente la bandiera della diplomazia”, ma le informazioni “trapelate” dal governo italiano nelle ultime ore hanno fatto pensare a un piano più forte, come una “zona di esclusione aerea”.
Il Giornale ha affermato che Germania e Francia, oltre all'Italia, potrebbero essere coinvolte in un'eventuale implementazione di una no-fly zone.
Il giornale ha commentato questa opzione in questi termini: “È meglio di niente, ma non sarà facile da attuare”. È stato sottolineato che in una tale eventualità sarebbero necessari i radar Awacs della NATO, ma si potrebbero incontrare difficoltà poiché anche la Turchia è membro della NATO.
Presidente della Commissione Europea: non può esserci una soluzione militare in Libia
Il quotidiano La Repubblica scrive nel suo articolo: “Le armi parlano in Libia, paesi come Russia e Turchia rischiano la disintegrazione della Libia”.
Intervenendo al quotidiano, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dato la seguente risposta ad una domanda sul ruolo geopolitico di Bruxelles in questo contesto:
“È chiaro che non può esserci una soluzione militare in Libia. La Libia soffre della presenza di attori stranieri che cercano di influenzare il suo futuro. L'UE nel suo insieme sostiene unitamente il processo di pace guidato dalle Nazioni Unite e ritiene che l'unica opzione possibile sia un dialogo diplomatico e politico che coinvolga tutte le parti in Libia.” “Dice che tutto ciò è avvenuto attraverso un accordo politico”.
Ursula von der Leyen ha anche affermato che in Libia ci sono ancora “troppi attori che cercano di fare a pezzi il Paese con le armi”.
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