Un bambino di 5 mesi, i cui genitori avrebbero tentato di eseguire un'operazione di circoncisione in casa, è morto a Bologna, in Italia.
Nell'incidente avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, il bambino, portato in ospedale a causa dell'eccessiva perdita di sangue e dell'arresto cardiaco, non si è potuto salvare.
I media italiani hanno riferito che un bambino di 5 mesi si è ammalato ed è morto mentre veniva circonciso in casa dai suoi genitori ghanesi. Nei confronti dei genitori, i cui nomi non sono stati resi noti, è stata aperta un'indagine per “omicidio colposo”.
Lo scorso dicembre, in Italia, è morto un bambino nigeriano di 2 anni, circonciso nella sua casa nel comune di Monterotondo, vicino Roma.
Un terzo avviene illegalmente
Si stima che ogni anno in Italia vengano effettuati dai 4.000 ai 5.000 interventi di circoncisione, ma di questi circa il 35% viene effettuato illegalmente. Poiché gli ospedali pubblici non eseguono operazioni di circoncisione se non per necessità mediche e i prezzi sono elevati nelle cliniche private, le operazioni di circoncisione “da banco” sono comuni.
Si sostiene che la circoncisione sia particolarmente preferita dagli immigrati per ragioni culturali, religiose o igieniche. È stato annunciato che la madre del bambino di 2 anni morto lo scorso dicembre era cattolica nigeriana.
Appello del ministro della Salute
Dopo la morte del bambino a Bologna, il dibattito sulla circoncisione è tornato in primo piano. Nel suo post sui social media, il ministro della Salute Giulia Grillo ha dichiarato: “Un altro bambino è morto a causa del rito di circoncisione effettuato illegalmente in casa. La circoncisione è un intervento chirurgico e deve essere effettuata nel rispetto delle condizioni igienico-sanitarie. La vita e la salute dei bambini “Esistono protocolli per aiutare le famiglie e i medici. Non fate questa procedura a casa, non correte rischi!”, dice.
Anche Licia Ronzulli, presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia, ha affermato che per risolvere il problema “occorre creare le condizioni necessarie per una vera integrazione” e “occorre rispettare le leggi italiane”.
Richiesta di diritto nazionale
Secondo Foad Aodi, presidente dell'Associazione dei medici di origine straniera (Amsi), ciò che serve davvero sono “leggi nazionali che garantiscano che la circoncisione venga praticata nelle strutture sanitarie pubbliche e private a prezzi ragionevoli”.
Il Centro Culturale Islamico d'Italia ha invitato i musulmani presenti nel Paese a rivolgersi alle strutture sanitarie per farsi circoncidere.
Abdellah Redouane, segretario generale del centro, ha affermato che le istituzioni sanitarie pubbliche italiane eseguono la circoncisione solo quando necessario dal punto di vista medico e non rispondono alle richieste avanzate per motivi culturali. Redouane ha detto di aver discusso questo problema con le istituzioni pubbliche e i politici.
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