Test degli italiani con il passato nel centenario dell’ascesa del fascismo

Nonostante il nuovo Presidente del Consiglio italiano, Giorgio Meloni, stia cercando di prendere le distanze dalle radici neofasciste del Partito Fratellanza Italiana, di cui è il leader, l’ascesa al potere del partito mette in luce le sensibilità del Paese, che non ha fatto i conti con con il suo “passato fascista” finora.

Il 28 ottobre è uno dei giorni più importanti in cui questa situazione simboleggia. Perché quest’anno ricorre il centenario della marcia su Roma, che portò al potere il dittatore totalitario Benito Mussolini.

Il 28 ottobre è ricordato anche come il giorno in cui Predappio “si emancipò dal fascismo” nel 1944, molto frequentato dai suoi sostenitori in quanto paese natale di Mussolini.

L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI), che ha scelto questo secondo anniversario per sottolineare le preoccupazioni per la “inclinazione dell’estrema destra al fascismo”, prevede di organizzare un corteo a Predappio venerdì 28 ottobre.

L’ANPI, che è antifascista, mira a impedire una dimostrazione di forza fascista in città.

“È chiaro che la vittoria della destra nazionalista porterà ad atteggiamenti neofascisti provocatori. Lotteremo con armi politiche e, se necessario, con armi legali”.

L’Italia non ha affrontato il proprio passato come ha fatto la Germania

L’Italia non ha mai vissuto un processo di “denazificazione” come la Germania. Il partito che prese il potere dopo la fine della seconda guerra mondiale, in seguito al rovesciamento di Mussolini, divenne il Movimento Sociale Italiano neofascista.

L’eredità del fascismo è visibile in tutto il paese, dall’architettura agli edifici scolastici, dalla stazione ferroviaria principale di Milano ai giganteschi tribunali e al quartiere EUR della capitale, Roma.

Inoltre, vengono ricordati con nostalgia anche molti servizi che avrebbero sviluppato il Paese, come i servizi ferroviari puntuali, lo sviluppo architettonico e il prosciugamento delle paludi malariche.

Anche se poco frequenti nel Paese, spiccano ritratti di Mussolini o cimeli di questo periodo, soprattutto nei caffè delle regioni settentrionali o nel retrobottega dei ristoranti.

Secondo l’ANPI, tali simboli sono una scusa per il fascismo e per questo c’è una sanzione penale, ma molto raramente è punita.

“Gli elettori si aspettano un governo di destra impegnato nei valori democratici della Meloni”

Lo storico Francesco Filippi, autore di un libro che analizza le idee sbagliate popolari sul fascismo, sottolinea che il fascismo in Italia finì nel 1945, ma non i fascisti.

Filippi vede il voto moderato di Meloni, che ha aumentato il suo tasso di voto dal 4% nel 2001 al 28% nelle ultime elezioni, come un’indicazione che la base del partito nel Paese si è allargata oltre le origini e le idee fasciste e un governo impegnato nei valori democratici . ,” lui dice.

Il presidente del Consiglio Giorgio Meloni ha dichiarato: “Non ho mai simpatizzato con regimi non democratici, compreso il fascismo. L’avevo usato.

Berengar Insigne

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