La nave BANA, che si ritiene sia stata utilizzata per trasportare veicoli militari dalla Turchia alla Libia, è stata fermata nel porto italiano di Genova all'inizio di questa settimana. Secondo la stampa italiana, sarebbe stata aperta un'indagine contro il capitano della nave per traffico illegale di armi e sarebbero stati sequestrati i cellulari dell'equipaggio per ricostruire il percorso seguito dalla nave.
L'affermazione secondo cui la nave battente bandiera libanese sarebbe stata utilizzata per trasportare armi e veicoli militari dalla Turchia alla Libia è stata riportata per la prima volta la scorsa settimana dalla stampa francese. La stampa francese aveva scritto che la nave Bana, che era accompagnata da fregate della marina turca dalla Turchia a Tripoli, era stata rilevata dall'esercito francese.
La nave BANA attende da lunedì nel porto italiano di Genova, dove è arrivata per caricare un nuovo carico dopo la Libia. Secondo la stampa italiana, una persona in servizio sulla nave ha chiesto asilo politico in Italia e ha rilasciato una dichiarazione alla polizia. Questo ufficiale della nave, ritenuto libanese, ha affermato che la nave veniva utilizzata per trasportare armi dalla Turchia alla Libia.
Nella notizia pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica si informa che è stata aperta un'inchiesta contro il capitano della nave per presunto traffico illegale di armi. È stato inoltre riferito che nei giorni scorsi erano stati sequestrati i telefoni cellulari dell'equipaggio della nave per determinare dettagliatamente la rotta della nave.
Si sosteneva che il sistema “transponder” che permetteva di tracciare la rotta della nave BANA era stato disattivato per un periodo e quindi la sua rotta non era trasparente. Secondo quanto riferito, le autorità italiane mirano a determinare la rotta seguita dalla nave utilizzando le funzionalità di geolocalizzazione dei telefoni cellulari confiscati.
La stampa locale ha inoltre riferito che almeno tre viaggi della nave erano stati esaminati dalla procura.
Fino al momento della diffusione della notizia non avevamo ancora ricevuto risposta alle domande poste all'Ambasciata turca a Roma e al Ministero degli Affari Esteri in merito alle accuse secondo cui sarebbero stati trasportati rifornimenti militari dalla Turchia alla Libia a bordo della nave BANA e l'indagine è stata condotta fuori dall'italia.
Il ministero degli Esteri ha definito “irreali” le affermazioni di Macron.
Il giorno prima che l’AFP pubblicasse l’affermazione secondo cui la nave Bana avrebbe inviato veicoli militari in Libia accompagnati da fregate turche, il presidente francese Emmanuel Macron aveva lanciato accuse contro Ankara.
Nella sua dichiarazione del 29 gennaio, Macron ha dichiarato: “Notiamo che navi da guerra turche accompagnate da mercenari siriani hanno raggiunto il territorio libico negli ultimi giorni. Si tratta di una chiara e grave violazione dell'accordo raggiunto a Berlino. Le promesse non sono state mantenute. »
Il portavoce del ministero degli Esteri Hami Aksoy ha definito le accuse “irreali” nella sua dichiarazione in risposta a Macron.
Nel comunicato stampa della Farnesina si precisa che “la principale responsabilità dei problemi vissuti in Libia dal 2011, data di inizio della crisi, appartiene alla Francia. Non è un segreto che questo paese sostiene incondizionatamente Haftar per avere voce in capitolo sulle risorse naturali della Libia. »
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