Secondo le notizie dell’agenzia italiana ANSA, continua l’arrivo di immigrati nell’isola di Lampedusa, che è il punto dell’Africa più vicino all’Italia.
È stato riferito che un totale di 1.778 clandestini sono arrivati ieri sull’isola in 43 barche e imbarcazioni, e altri 267 immigrati sono stati soccorsi e portati da navi delle forze di sicurezza italiane e delle organizzazioni non governative al largo dell’isola a mezzanotte in collegamento venerdì con Sabato. Così, il numero di clandestini arrivati nell’isola nelle ultime 24 ore ha raggiunto quota 2mila 45.
Secondo i dati del Viminale, il numero di clandestini arrivati in Italia via mare tra il 1° gennaio e il 23 marzo è stato di 20mila 379, e questo numero è stato di 6mila 518 nello stesso periodo dell’anno scorso.
Intanto il premier italiano Giorgia Meloni, presente ieri e l’altro ieri al vertice dei leader Ue a Bruxelles, ha richiamato l’attenzione sulla criticità della situazione finanziaria in Tunisia e ha affermato che 900mila persone rischiano di trasferirsi dall’Africa all’Europa.
IL PROBLEMA DEGLI IMMIGRATI CLANDESTINI NEL MEDITERRANEO CENTRALE
Negli ultimi anni si è osservata un’intensa attività nell’afflusso di immigrazione clandestina verso l’Europa e nelle rotte dell’immigrazione clandestina nel Mediterraneo centrale.
L’attività migratoria si intensifica nel Mediterraneo centrale nei giorni in cui le condizioni del mare e del tempo sono buone.
Solitamente le organizzazioni non governative europee soccorrono gli immigrati clandestini che chiedono aiuto in mare, piuttosto che i funzionari governativi europei. Queste ONG hanno difficoltà a evacuare gli immigrati clandestini che di tanto in tanto soccorrono perché gli Stati membri dell’UE non offrono loro “rifugio”.
Il primo posto in cui gli immigrati che riescono ad attraversare il Mediterraneo o vengono soccorsi da soli hanno messo piede in Europa è l’isola di Lampedusa, che è la parte di terra più vicina al Nord Africa.
Ogni anno, molti clandestini muoiono nel tentativo di attraversare il Mediterraneo a causa del ribaltamento del barcone o per la mancanza di aria e acqua dovuta all’affollamento dei barconi.
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