Dopo che il 26 febbraio un barcone di migranti è affondato al largo delle coste italiane e hanno perso la vita almeno 72 persone, il governo ha firmato un decreto che prevede pene più severe per i “trafficanti di esseri umani”.
L’imbarcazione di migranti, affondata al largo delle coste italiane la mattina del 26 febbraio dopo aver lasciato la Turchia, è valsa all’amministrazione romana e alle forze dell’ordine l’accusa di tardivo e inadeguato intervento.
Mentre 80 persone sono sopravvissute all’imbarcazione affondata al largo della costa della città di Cutro, nella regione Calabria, nel sud Italia, il bilancio delle vittime potrebbe arrivare a 100, compresi i dispersi.
Dopo le critiche mosse alla coalizione di governo di estrema destra, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato oggi il Consiglio dei ministri a Cutro, luogo in cui è avvenuto l’incidente, per discutere la questione dell’immigrazione. Nel corso del Consiglio dei Ministri è stato adottato un nuovo decreto per rafforzare il contrasto all’immigrazione irregolare e facilitare l’ingresso degli immigrati regolari.
Con questo decreto verranno aumentate le pene detentive per le persone considerate trafficanti di esseri umani.
Le persone che utilizzano imbarcazioni di migranti rischiano ancora una pena detentiva fino a 5 anni per “favoreggiamento e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Tuttavia, questa pratica era controversa in quanto le persone che utilizzavano le imbarcazioni non erano sempre coinvolte nelle reti della tratta di esseri umani.
Con la nuova normativa, la pena per “chi incoraggia, gestisce, organizza, finanzia o introduce stranieri all’interno dei confini del Paese” può aumentare fino a 30 anni, a seconda del numero delle vittime.
Il processo di rimpatrio delle persone che sono entrate nel Paese ma a cui non è stato concesso l’asilo viene accelerato e viene fornito ulteriore sostegno ai centri di rimpatrio.
D’altro canto nel decreto sono state inserite anche misure che faciliteranno l’ingresso legale degli immigrati in Italia per scopi commerciali. Quote “privilegiate” saranno riservate ai cittadini di Paesi terzi che, in collaborazione con l’Italia, si battono contro l’immigrazione “clandestina”.
Annunciando il decreto, il presidente del Consiglio Meloni ha affermato che la questione migratoria è una questione molto complessa e deve essere affrontata a livello internazionale e non nazionale; Lui ha sottolineato che gli sviluppi nei paesi della regione, dalla guerra in Ucraina ai terremoti in Turchia, hanno avuto un impatto su questo problema.
Meloni ha inoltre sostenuto che simili accordi migratori conclusi dall’Unione Europea con la Turchia dovrebbero essere conclusi con i paesi nordafricani.
17mila perdite in 10 anni
Il numero di immigrati entrati in Italia via mare dall’inizio del 2023 ha raggiunto le 16.000 unità. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano circa 6.000.
Si stima che solo nelle ultime 24 ore circa 1.200 persone abbiano raggiunto l’isola meridionale di Lampedusa.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite descrive la linea del Mediterraneo centrale, che si estende dalla costa nordafricana fino all’Italia e Malta, come “la rotta migratoria più mortale conosciuta al mondo”.
Si stima che negli ultimi dieci anni circa 17.000 persone siano morte o scomparse nel tentativo di raggiungere l’Europa.
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