È stato affermato che le armi prodotte in Italia e vendute all'Arabia Saudita sono state utilizzate negli attacchi contro i civili nello Yemen.
Il quotidiano New York Times, pubblicato negli Stati Uniti, ha annunciato che parti di bombe prodotte in Italia sono state rinvenute nelle zone dove sono stati compiuti attacchi in cui sono rimasti uccisi civili. Nel giornale intitolato “Come le bombe italiane hanno ucciso i civili yemeniti”, si sottolineava che l'Italia non è l'unico Paese a vendere armi all'Arabia Saudita, ma che le vendite di armi dall'Italia a questo Paese sono aumentate significativamente nell'ultimo anno.
In Italia si discute da tempo della vendita all'Arabia Saudita di armi prodotte dalla società tedesca Rwm in Sardegna.
L’opposizione, alcuni media e organizzazioni per i diritti umani hanno sostenuto che il traffico di armi in questione era illegale perché l’Arabia Saudita era attivamente coinvolta nei conflitti nello Yemen.
Il dibattito è ripreso dopo che il New York Times ha rivelato che queste armi venivano usate contro i civili.
Il Ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti, nella sua risposta agli appelli per fermare la vendita di armi all'Arabia Saudita nell'ottobre 2016, ha dichiarato: “Questo non rientra nelle competenze del Ministro della Difesa, questa è una questione che dipende dal Ministero degli Affari Esteri. Attività commerciale.”
Intervenendo ieri alla stampa italiana dopo l'articolo del New York Times, funzionari della Farnesina hanno affermato: “Molti ministeri diversi sono coinvolti nella decisione di vendere armi a paesi che non sono membri dell'Ue o della Nato.
“La vendita di armi non è legittima”
Il quotidiano La Repubblica ha interpretato queste dichiarazioni come un tentativo dei ministeri italiani di evitare di assumersi le proprie responsabilità.
La Farnesina ha inoltre sottolineato che la vendita di armi rispetta le norme dell'UE e dell'ONU e che al momento non vi è alcun embargo imposto all'Arabia Saudita.
L'opposizione sottolinea, tuttavia, che la legge italiana e gli accordi internazionali vietano la vendita di armi a paesi che violano i diritti umani e sono impegnati in conflitti armati o guerre senza l'approvazione delle organizzazioni internazionali.
Roberto Cotti, del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato al New York Times di aver fornito le prove utilizzate nel suo rapporto e ha detto: “Ci sono prove molto forti, la responsabilità del governo italiano è molto chiara. Il governo, che non ha fatto si sono presi la briga di rispondere alle mie lamentele e alle 6 interrogazioni parlamentari che autorizzavano la vendita di bombe.” “Continua a dare”, ha detto.
Francesco Vignarca, portavoce della Rete Disarmo (Rete Disarmo), ha dichiarato: “Diciamo da tempo che questa vendita di armi è illegittima. Vogliamo davvero continuare ad essere complici dei bombardamenti sui civili? e una delle più grandi crisi umanitarie del nostro tempo? dice.
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