Il piano di transizione al sistema presidenziale, che era una delle promesse del governo di coalizione di destra salito al potere in Italia nell’ottobre dello scorso anno, ha cominciato a discutere ieri. Nei suoi incontri con i leader dell’opposizione, il primo ministro Giorgia Meloni ha dovuto affrontare una diffusa resistenza all’idea di passare a un sistema presidenziale o di ridurre il ruolo del parlamento.
Le proposte del governo per una serie di riforme costituzionali, inclusa la transizione al sistema presidenziale, sono state discusse negli incontri tenutisi durante la giornata con i partiti dell’opposizione.
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che ha avuto il suo primo incontro con il presidente del Consiglio Meloni, ha dichiarato nel suo comunicato dopo l’incontro che “il modello parlamentare, che è molto utile per l’inclusione e la risoluzione dei conflitti, non deve essere danneggiato”.
Conte ha inoltre sottolineato che il ruolo di garante del Presidente, che nell’attuale sistema non è eletto direttamente, è di fondamentale importanza per l’armonia nazionale, e si è opposto a qualsiasi modifica di questo ruolo.
Anche Elly Schlein, leader del Partito Democratico di centrosinistra, ha dichiarato di non far parte del progetto di un presidente con maggiori poteri ed eletto direttamente dal popolo.
Schlein, che si è opposto anche all’indebolimento dei meccanismi di controllo e al ruolo del parlamento previsto dalla Costituzione, ha affermato: “No al governo di un uomo o di una donna”.
Carlo Calenda, leader del Partito d’Azione, ala liberale, ha affermato: “In un Paese diviso su tutte le questioni, il presidente è l’unica garanzia di unità nazionale” e ha affermato che il cambiamento di questo ruolo costituisce una “linea rossa”.
“Non siamo innamorati di un sistema”
Il premier Meloni ha affermato che dopo le trattative c’è stata una chiara opposizione generale dell’opposizione al sistema presidenziale o semipresidenziale.
Meloni ha spiegato che l’obiettivo degli sforzi di riforma è garantire la stabilità politica ed economica, ma ha anche sottolineato che un sistema in cui il presidente è eletto direttamente e dirige il governo non è l’unica formula.
Meloni ha detto: “Non siamo innamorati di un solo sistema, c’è anche la possibilità di trovare un modello italiano. “Crediamo che il dialogo con le altre forze politiche sia importante ed è per questo che non abbiamo presentato una sola proposta”, ha detto.
D’altra parte, il Primo Ministro ha anche affermato di “aver ricevuto l’autorità dei cittadini su questo tema”, riferendosi alla sua promessa di un sistema presidenziale quando ha annunciato il programma di governo prima e immediatamente dopo le elezioni.
La costituzione italiana prevede controlli ed equilibri intesi a prevenire la replicazione del regime del dittatore fascista Benito Mussolini.
Tuttavia, di tanto in tanto emergono proposte di emendamenti costituzionali, sulla base del fatto che questo sistema rende effimeri i governi. L’attuale governo è il 68esimo governo che l’Italia ha conosciuto in 77 anni.
Per apportare un simile cambiamento costituzionale, è necessario sottoporre a referendum il sostegno di 2/3 di entrambe le camere del Parlamento o la proposta di riforma.
Se in parlamento non si riesce a raggiungere la maggioranza dei 2/3, ma si ottiene la maggioranza assoluta, è possibile seguire diversi metodi per sottoporre a referendum la proposta di emendamento costituzionale. Un referendum può essere organizzato con 500.000 firme elettorali e i voti di un quinto dei membri di 5 assemblee regionali o di una delle due camere del parlamento.
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