L’uso di parole straniere è vietato in Italia

L’altro è che nel XIX secolo alcuni giornalisti e scrittori di Boston accorciarono ironicamente e usarono deliberatamente le parole che usavano nelle loro controversie. Ad esempio, gli scrittori che scrissero la frase corretta “All Correct” come “Oll Korrect” e la abbreviarono in OK nel “Boston Morning Post” nel 1839 non potevano sapere che questa abbreviazione sarebbe poi diventata la parola internazionale più usata in Storia americana. .

La nuova premier donna italiana, Giulia Meloni, sta cercando di far passare e legalizzare una serie di risoluzioni in parlamento dopo essere salita al potere. Una di queste è che nel Paese non si usano parole o espressioni in lingua straniera e si preferisce assolutamente l’equivalente italiano.

Se il disegno di legge, che viene discusso nella sottocommissione preparata e presentata da Fabio Rampelli del Partito Fratellanza italiana, verrà approvato in parlamento, sarà prima vietato l’uso di parole straniere nel pubblico e nelle scuole. Sarà applicato successivamente in queste aree commerciali.

Insegne e manifesti in negozi, negozi, mercati, ecc. in lingua straniera saranno redatte esclusivamente in lingua italiana. Innanzitutto, le parole “Negozio”, “Casa” faranno parte della storia. Naturalmente, questo si rifletterà anche sui social media. Le parole stereotipate in lingua straniera non saranno utilizzate sui canali televisivi. Meeting (raccolta), Check Up (screening sanitario) non saranno più letti sulla stampa scritta. Se la legge viene promulgata, possono essere comminate multe da 5 a 100 euro a chi non la applica. Quindi la parola OK ha avuto il maggior successo.
riceverà.

Quanto a noi: nomi in lingue straniere come “Kebab House”, “Barber Saloon”, “Fish Food Restaurant”, “Midpoint” stanno diventando sempre più comuni. Gli esempi abbondano in negozi, boutique e mercati.

Anni fa, anche la Francia ha vietato le parole straniere e le ha impedite con pesanti sanzioni. Penso che sia giunto il momento per noi di introdurre una tale legge.

Cipriana Fallaci

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