L’ultimo messaggio di Hıncal Uluç ai suoi lettori: La vista più bella… Umana!..

Il caffè, aperto da decenni, con decorazioni immutabili, tavoli e sedie immutabili, colore rosso immutabile e torta immutabile, apre alle sette e mezza del mattino e rimane aperto fino alla partenza dell’ultimo cliente. , con 20 camerieri che servono tre turni al giorno, con i tavoli sempre pieni, nonostante i suoi prezzi terribili, è estremamente appetibile per chi vuole curiosare.
Quindi, cos’è?

Le persone.. Le persone del mondo.. Intorno al mondo è venuto da, di qualsiasi tipo, di qualsiasi tipo, di tutte le razze le persone..
Le bionde che vanno in giro nei costumi più seducenti per essere invitate dai miliardari proprietari delle barche che sono sbarcate a poppa.I bei ragazzi che si accalcano sulla spiaggia per vedere queste bionde.. Le mogli dei milionari che scendono dal barche per fare acquisti e curiosare nelle boutique sulla spiaggia, a cui si uniscono celebrità del cinema, della TV e del palcoscenico.
In altre parole, coloro che si rendono conto che la visione più bella del mondo è “Umana”..
Ascolta, io sono uno di loro.
Nessuno è preso. Nessun insulto o offesa. Non sono uno di quei “l’acqua scorre, le mucche guardano”..
Ad esempio, vado nei ristoranti con terrazza con una magnifica vista sul Bosforo. Lo chef accogliente afferra la sedia che ha la migliore vista sul mare e la tira su dicendo: “Ecco qua.” Io mi siedo sulla sedia di fronte, di fronte al mare. Perché si affaccia sul negozio. All’interno del negozio…
Guarda le persone che entrano.
La mia visione è umana.
Questo è il motivo per cui vivo da più di 20 anni a Ortaköy, a Ertekin, che non ha altra vista che il parcheggio di fronte.
Piazza Ertekin è il posto di guardia di Ortaköy.
Chi viene là deve passare di qui. Ogni ora del giorno, un fiume umano scorre in entrambe le direzioni, davanti a Ertekin.

Tutti i tipi di persone… In tutto il mio paese È una tappa obbligata per i passanti Ortaköy.. Redditi assoluti.. del mondo vengono da ogni parte.

Giapponesi.. Sudcoreani.. Indiani.. kazaki.. turkmeni.. russi.. spagnoli, Italiani, greci.. Anche adesso che abbondanza, gli arabi..

Centinaia, migliaia vengono da loro. Non ti rendi conto di quanto velocemente vola il tempo quando lo guardi. 23 LUGLIO 2011

***

AH EMO AH!..

Dove mi hai portato mattina e mattina.. Sono salito in macchina, ho toccato il comando dello stereo. La voce di Emel Sayın si alzò.. “Pioggia, mio ​​signore, acqua!..”
Siamo nel 1987. Siamo a Roma per i mondiali di atletica leggera. Kenan Onuk dice a TRT. Come sempre, sono con te, ti aiuto. La sessione mattutina è finita, c’è il centro stampa proprio dall’altra parte della strada. Lì incontreremo i fratelli Cüneyt (Koryürek) e Nuyan (Yiğit) e berremo espresso, scusa caffè lungo.
…Comunque a quel tempo era molto di moda nel nostro paese, sarà per questo. Kenan e io abbiamo iniziato a cantare la canzone “Yağdır Mevlam Su”, gridando insieme, all’improvviso. È come se avesse preso un segno. Dio ti faccia credere, non è possibile. Una pioggia è divorziata, non ci crederesti..
… Abbiamo giurato con Kenan che non menzioneremo più questa canzone sul campo non appena si esibirà .. Emel Sayın ha pianto quando l’ha cantata per la prima volta su TRT, e non riusciva a spiegare perché stesse piangendo . Mentre cantavamo a Roma, questa volta il cielo ha pianto… 20 GENNAIO 2008

***

IL GIORNALISTA È MORTO!

Voglio dire, hai fatto quello che volevi fare, Savaş… Hai fatto quello che hai fatto quando te ne sei andato. Hai fatto camminare il fratello maggiore di Hıncal dall’interruttore Köprü alla parte anteriore del giornale, correndo passo dopo passo.

Erdal ha fatto il suo discorso di addio. Breve ma, Sai come si dice, per via endovenosa… E le sue mani tremano, come la sua voce.. Se la tocchi, piangerà.. Infatti anch’io..sono tutti così..
Quando una persona è amata così tanto, ecco cosa succede.
Sto guardando una bara verde.. Ci stai sdraiato dentro.. I fotoreporter corrono in giro.. Sento il rumore della persiana che esplode senza sosta nelle mie orecchie..
Quante volte hai fatto questo lavoro, Savaş.. Che foto hai scattato, indimenticabili..
Ora dovresti essere fuori, avresti dovuto scattare la foto più suggestiva.. L’avresti scattata.. Mi avresti fatto piangere di nuovo, proprio come mi hai fatto piangere stamattina..

Scrivere era il tuo lavoro, Savaş…
Ma non per sederci nel nostro angolo e scrivere.. Dov’è la notizia, vai lì, vivi e scrivi lì.. Non importa la distanza, la neve, il tipo di fango..

Perché la tua anima era una giornalista… “L’ultimo dei Mohicani” Te lo dicevo.. Tu eri l’ultimo giornalista, Savaş..
Mi stava parlando della “Fine” di questa estate del 14 ottobre. Hai persino scritto il tuo finale, Savaş. Ma l’hai scritto così bene che non hai disturbato il lettore.
Hai persino scritto fino all’ultimo giorno dando speranza.. Anche facendo dire ai tuoi parenti più stretti “Esci dall’ospedale questa volta”..

“Gli alberi muoiono in piedi” Yavuz (Donat) ha intitolato il suo articolo..
È così che gli alberi muoiono in piedi. 12 NOVEMBRE 2013

***

Gaetana Capone

"Appassionato di TV. Fanatico del bacon certificato. Esperto di Internet. Appassionato di Twitter."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *