I piani russi di aumentare le spese per la difesa dopo l’invasione dell’Ucraina hanno causato una crisi all’interno del governo italiano. Il Movimento 5 Stelle, parte della coalizione di governo con ampia partecipazione e che detiene il maggior numero di seggi in Parlamento, si è opposto all’aumento delle spese militari.
Il leader del Movimento 5 Stelle ed ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato: “Non discutiamo degli accordi raggiunti con la Nato, ma non sarebbe saggio aumentare le spese militari adesso. Gli italiani hanno altre priorità”.
Antonio Tajani, vicepresidente di Haydi Italia, uno dei partner della coalizione, ha reagito a Conte dicendo: “Sarebbe irresponsabile rovesciare il governo a causa delle spese militari”.
Il premier Mario Draghi ha incontrato Conte per trovare una soluzione alla controversia sulle spese per la difesa. Tuttavia, si dice che le divergenze di opinione persistessero dopo l'incontro.
Secondo fonti del Primo Ministro, Draghi ha confermato nel corso dell'incontro la sua “intenzione di rispettare gli impegni della Nato di aumentare la spesa militare al 2%”.
Draghi ha poi incontrato il presidente Sergio Mattarella sulla crisi.
Secondo la stampa italiana, è stato calcolato che nel 2021 l’Italia ha speso l’1,41% del suo prodotto interno lordo (PIL) in spese per la difesa.
Con la decisione presa nel 2014, i paesi della NATO si sono impegnati ad aumentare questo tasso al 2% entro il 2024. In seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, un progetto di risoluzione è stato presentato al Parlamento italiano per raggiungere questo obiettivo.
Persone aumento delle spese militari opposto sembra che
D'altronde, secondo un sondaggio realizzato dalla società di ricerche Emg per la Rai, la maggioranza dell'opinione pubblica è contraria all'aumento delle spese militari.
“Sei favorevole all’aumento della spesa militare al 2% del PIL, come concordato dai paesi della NATO nel 2014? Il 54% dei partecipanti ha risposto “No” alla domanda, mentre la percentuale di coloro che hanno risposto “Sì” è rimasta al 23%. Il 23% dei partecipanti ha scelto di non rispondere alla domanda.
Nello stesso sondaggio, il tasso di coloro che sostengono l’invio di armi da parte dell’Italia all’Ucraina era del 34%. Il 50% dei partecipanti si è espresso contro l'invio di armi all'Ucraina.
Il Papa ha detto “follia”
In questo Paese dove la Chiesa cattolica esercita una grande influenza, anche i commenti del papa su questo tema sono all'ordine del giorno in questi giorni.
Papa Francesco ha affermato in un discorso della scorsa settimana che la “vergognosa guerra” in Ucraina minaccia il mondo intero, ma che “la vera risposta non possono essere più armi”. “Mi sono vergognato nel leggere che un gruppo di Stati si è impegnato a destinare il 2% del proprio PIL agli armamenti. Questa è una follia”, ha detto il papa.
La crisi legata all’aumento delle spese militari ha fatto notizia oggi. Nelle notizie e nei commenti, l'attenzione è stata attirata sul rischio che il governo di coalizione ad ampia partecipazione formato lo scorso anno sotto la guida di Draghi potesse perdere la maggioranza in parlamento.
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