L’ambasciatore russo in Italia ha presentato una denuncia penale contro il quotidiano italiano La Stampa per aver coperto la tesi dell’assassinio del presidente russo Vladimir Putin. Mentre il giornale negava l’accusa, il primo ministro Mario Draghi ha risposto all’ambasciatore russo dicendo: “Abbiamo libertà di stampa”.
L’ambasciatore russo a Roma Sergei Razov si è recato ieri alla Procura di Roma e ha presentato una denuncia contro il quotidiano La Stampa, sostenendo che il giornale incita ed esalta la criminalità. L’ambasciatore Razov, che ha rilasciato una dichiarazione alla stampa dopo il tribunale, ha affermato che l’articolo in questione “è al di fuori dell’etica, della morale e delle regole del giornalismo”.
L’articolo denunciato da Razov era un’analisi pubblicata sulla prima pagina de La Stampa del 22 marzo. Il titolo dell’articolo, scritto dal famoso giornalista Domenico Quirico, era “Se l’unica via d’uscita fosse uccidere il tiranno”.
Nell’articolo si affermava che l’idea di un assassinio di Putin da parte di persone a lui vicine a Mosca era all’ordine del giorno, e questa idea veniva messa in discussione in termini etici e pratici. Quirico conclude la sua analisi chiedendosi: “La destituzione violenta del tiranno non scatenerebbe un caos ancora maggiore? Concluse con la sua obiezione.
In seguito alla denuncia penale dell’ambasciatore russo, il caporedattore de La Stampa, Massimo Giannini, ha respinto l’accusa di incitamento al crimine e ha sottolineato che l’articolo si opponeva alla tesi dell’assassinio di Putin.
Giannini ha risposto alle affermazioni della Russia con un videomessaggio e ha dichiarato quanto segue in merito all’articolo in questione:
“(L’articolo) trasmetteva una tesi, ripetuta nei media e in molti ambienti governativi, che la cosa migliore sarebbe uccidere il tiranno. Ma Quirico esaminò questa tesi e alla fine dichiarò che coloro che sostenevano questa tesi avevano torto, che uccidere il tiranno non farebbe altro che peggiorare le cose.
Giannini cita anche la giornalista russa assassinata Anna Politkovskaya, dicendo: “Vogliamo essere liberi perché amiamo la libertà. » “Anche noi amiamo la libertà e continueremo a difenderla nonostante tutte le minacce e gli sforzi intimidatori, perché sappiamo di essere dalla parte giusta della storia”, ha detto.
Dopo l’accusa della Russia, dalla stampa e dal mondo politico italiano sono arrivati messaggi di solidarietà al quotidiano La Stampa.
Il premier Mario Draghi ha detto: “Vorrei inviare un messaggio di solidarietà a tutti i giornalisti de La Stampa e al suo direttore Giannini. La libertà di stampa è garantita dalla Costituzione”.
Anche Draghi ha reagito dicendo: “Non sorprende che l’ambasciatore russo sia così arrabbiato con un giornale italiano. Dopotutto è l’ambasciatore di un paese che non ha libertà di parola. qui la situazione è migliore.
Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sostenuto il giornale, affermando: “La libertà di stampa è inviolabile in Italia”.
Anche il Partito Democratico di centrosinistra, uno dei maggiori partiti del Paese, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma: “La Stampa (la stampa) è libera. Così come è libero anche il suo direttore. L’intera società democratica è al suo fianco contro gli attacchi e gli sforzi intimidatori dell’ambasciatore russo.
Anche rappresentanti di molti partiti politici, dal partito di centrodestra Let’s Italy al partito di estrema destra Fratelli d’Italia al populista Movimento 5 Stelle, hanno sostenuto La Stampa con messaggi in difesa della libertà di stampa.
Il senatore Giovanbattista Fazzolari, del partito Fratelli d’Italia, ha dichiarato: “Nella Russia di Putin, i giornalisti inquietanti vengono imprigionati o uccisi e gli organi d’informazione spiacevoli vengono chiusi con la forza. A quanto pare il regime russo vuole esportare questa abitudine, che per lui è normale, in Italia, perché ben detto.
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