L’alleanza di destra, che sembra destinata a vincere le elezioni parlamentari che si terranno il 25 settembre in Italia, ha previsto anche il passaggio dal sistema parlamentare a quello presidenziale.
Il tentativo di transizione verso un sistema presidenziale sta suscitando critiche perché rischia di essere un passo verso l’autoritarismo.
Questa idea è in agenda da tempo come progetto richiesto dal partito di estrema destra Fratelli d’Italia (FdI).
La leader dei Fratelli Musulmani italiani Giorgia Meloni, che sarebbe il prossimo primo ministro del Paese, vuole che il presidente sia eletto dal popolo.
Secondo i media, Fratelli d’Italia hanno convinto i loro partner dell’alleanza, la Lega e Let’s Italy, ad inserire questo progetto nel programma di governo.
I partiti di destra e di estrema destra formati da Fratelli d’Italia, Lega e Let’s Italy si candidano alle elezioni come un’alleanza e dovrebbero raggiungere circa il 45% dei voti totali, secondo i sondaggi.
La Fratellanza d’Italia, soprannominata anche post-fascista, sembra ancora destinata a diventare il più grande partito del paese, con circa il 24% dei voti.
Se i risultati elettorali sono in linea con i sondaggi, questi partiti possono ottenere una maggioranza di due terzi in parlamento grazie all’attuale sistema elettorale. In tal caso può procedere alla modifica costituzionale necessaria per il passaggio alle elezioni presidenziali senza ricorrere al referendum.
Se si farà questo cambio di sistema, si parla di una transizione verso un sistema presidenziale simile a quello degli Stati Uniti, dove il presidente, che ha un ruolo più rappresentativo, guiderà il governo.
“La nostra democrazia parlamentare è sepolta”
Questo sistema, chiamato anche “semipresidenzialismo” dalla stampa, desta la preoccupazione che possa dare troppo potere a un singolo leader, ridurre il potere dei meccanismi di controllo e costituire un passo verso l’autoritarismo.
L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi), fondata da combattenti della resistenza che hanno combattuto il passato regime fascista e l’occupazione nazista in Italia, ha rilasciato un comunicato e ha messo in guardia contro un sistema presidenziale in cui il presidente sarebbe eletto a suffragio universale:
“Significa arrendersi a un ‘uomo al potere’, rimuovere la tutela e la funzione di garante del presidente e trasformarlo in un rappresentante di un’unica fazione”.
Anche gli ex politici Rino Formica e Gerardo Bianco hanno rilasciato dichiarazioni sul sistema presidenziale proposto, avvertendo che un passo in questa direzione porterebbe all’autoritarismo.
Gerardo Bianco, una delle figure di spicco della Democrazia Cristiana, ha detto in un’intervista pubblicata il giorno prima sul quotidiano della Chiesa cattolica Avvenire: “Il sistema presidenziale significa il rovesciamento della costituzione. “Sarebbe come seppellire la nostra democrazia parlamentare in nome del populismo, e potrebbe diventare l’inizio di una svolta verso l’autoritarismo”, ha detto.
Anche Rino Formica, ex ministro socialista, ha espresso opinioni simili in una dichiarazione al quotidiano La Repubblica, affermando che il sistema presidenziale sarebbe “una transizione da una democrazia parlamentare a un sistema illiberale e autoritario”. Formica ha affermato che in tal caso l’Italia assomiglierebbe all’Ungheria di Viktor Orban.
In un articolo pubblicato ieri sul quotidiano Il Fatto Quotidiano, si faceva notare che un’alleanza che non ottiene la maggioranza dei voti a causa dell’attuale sistema elettorale potrebbe ottenere la maggioranza in parlamento. L’articolo includeva un invito a opporsi a un emendamento costituzionale da parte di un gruppo che non ha il sostegno della maggioranza dell’elettorato.
Controalleanza dei partiti di sinistra e di centro
La possibilità che l’alleanza di destra vinca le elezioni, e in questo caso le presidenziali, ha allarmato i partiti di sinistra e di centro.
Il Partito Democratico (PD) di centrosinistra, che nei sondaggi è dietro a Fratelli d’Italia, ha cercato alleanze con partiti di centro minori per evitare questa possibilità.
In settimana il Pd ha raggiunto un accordo con il partito di centro Azione.
Il leader del Pd ed ex presidente del Consiglio Enrico Letta ha avvertito in una trasmissione televisiva a cui ha assistito ieri sera: “Con questo sistema elettorale, l’alleanza di destra può avere una maggioranza del 66% in parlamento e modificare la costituzione senza dover andare al referendum”.
Letta ha sottolineato che per impedirlo cercano di creare un’alternativa alla destra formando alleanze con altri partiti.
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