La visita di ieri in Turchia del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e il vertice intergovernativo sono stati ampiamente seguiti dalla stampa italiana. L’incontro di Draghi con il presidente Recep Tayyip Erdoğan è stato interpretato sui quotidiani nazionali come un segnale di una nuova era, soprattutto dopo la crisi del “dittatore” dello scorso anno, con l’effetto della guerra in Ucraina.
La Repubblica, uno dei maggiori quotidiani del Paese, ha annunciato la notizia titolando “Patto del grano Draghi-Erdogan”.
Nelle pagine interne si sono discussi temi comuni come l’uscita del grano dall’Ucraina, la Libia e le migrazioni con il titolo “La svolta tra Draghi ed Erdoğan sta ridisegnando il Mediterraneo”.
Il giornale ha scritto che l’incontro di ieri è sembrato un “nuovo inizio” ed è proseguito così:
“Il necessario ‘dittatore’ Recep Tayyip Erdogan è diventato un alleato obbligato. La guerra in Ucraina ha sconvolto tutti gli equilibri…
“Il primo banco di prova sarà l’affare del grano. Se funziona, si estenderà all’immigrazione, alle armi e alla Libia”.
L’effetto conversazione Draghi-Biden
La Repubblica ha anche scritto che la nascita di questa svolta nei rapporti italo-turchi risale alla visita di Draghi a Washington nel maggio scorso.
Secondo il quotidiano, “il presidente del Consiglio italiano ha ricevuto un chiaro segnale geopolitico da Joe Biden nello Studio Ovale: riconnettersi con Erdogan, concludere un patto mediterraneo con il principale alleato al confine orientale della Nato”.
Anche il quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore ha scritto che l’incontro di ieri è sembrato chiarire tutti i malintesi, e Draghi ha definito Erdogan un “dittatore” e ha detto “8 aprile 2021, come se non fosse mai successo”.
Il giornale ha spiegato i retroscena di questo spostamento sull’asse dell’energia, della migrazione, della crisi del grano e del cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, e ha scritto:
“Il presidente turco è stato un mal di testa per i governi di Bruxelles e di molti paesi europei negli ultimi 10 anni…
“Oggi Erdogan si presenta come uno che può aiutare l’Europa su molti fronti, oltre che essere un partner economico strategico per l’Italia.
“Insomma, o il tuo percorso passerà per Erdogan, oppure i mezzi per raggiungere obiettivi molto importanti diventeranno impraticabili o addirittura inaccessibili”.
Il Sole 24 Ore ha anche evidenziato le elezioni che dovrebbero tenersi il prossimo anno in Turchia e sottolineato che il riallacciamento dei rapporti con i Paesi europei è necessario per un clima di fiducia che possa ripristinare l’afflusso di capitali esteri, e ha proseguito così:
“È essenziale per l’economia turca, che sta lottando con una crisi strutturale.
“Le elezioni presidenziali sono alle porte (2023). La popolarità di Erdogan è in forte calo. È necessaria un’azione efficace. Sarebbe ancora meglio se questa azione arrivasse sulla scena internazionale”.
“Il tempo e la guerra hanno guarito le ferite”
Una delle maggiori tensioni nelle relazioni Italia-Turchia nel recente passato è arrivata dopo che Draghi ha definito Erdoğan un “dittatore”. Parlando di Erdoğan in una conferenza stampa dell’8 aprile 2021, Draghi ha detto: “Abbiamo bisogno di persone che possiamo chiamare questo dittatore, chiamiamolo”.
“Sono passati 14 mesi da quando Draghi ha sconsideratamente descritto Erdoğan come ‘un dittatore di cui abbiamo bisogno'”, ha riferito il quotidiano La Stampa durante la visita di ieri ad Ankara. Il tempo e la guerra hanno rimarginato le ferite del leader turco e la sensibilità diplomatica del presidente del Consiglio italiano è migliorata”, ha scritto.
Il Fatto Quotidiano, intanto, è uscito dall’incontro di ieri con il titolo ‘Che bel dittatore’ e il titolo ‘Affari turchi: Draghi ora loda Erdoğan: socio, amico e alleato’ .
In prima pagina de Il Giornale la frase “L’Italia cerca l’energia, Draghi ha sconfitto il ‘dittatore’ Erdogan in Turchia”. Il quotidiano ha interpretato il riavvicinamento di Draghi a Erdogan come una “sottomissione alla realpolitik”.
Sostegno all’adesione all’UE
Una delle opinioni comuni nelle notizie e nei commenti della stampa italiana era che la Turchia stesse cercando il sostegno dell’Italia per riavviare il processo di adesione all’UE.
La Repubblica e il Corriere della Sera affermano che il tema dell’adesione della Turchia all’Ue, congelato da anni, è stato tra i temi discussi negli incontri di ieri.
Il Corriere ha sottolineato che Erdogan ha ringraziato l’Italia per il sostegno, mentre Draghi “non nasconde di fare pressione sul leader turco sui diritti umani”.
Draghi ha detto ieri in conferenza stampa congiunta: “Abbiamo discusso anche dell’importanza del rispetto dei diritti umani nella nostra conversazione. Ho consigliato al presidente Erdogan di tornare alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne”.
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