L'ondata di reazione scatenata dall'omicidio di Giulia Cecchettin, 22 anni, da parte del suo ex fidanzato in Italia si è riflessa in proteste e campagne durante il fine settimana.
Decine di migliaia di persone hanno preso parte alle proteste del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, per commemorare le oltre 100 donne uccise nel Paese dall'inizio dell'anno, tra cui Cecchettin.
Anche il mondo dello sport ha lanciato una campagna di “cartellino rosso” contro la violenza di genere e negli stadi sono stati trasmessi messaggi sulla lotta al femminicidio.
La Federcalcio italiana (FIGC) ha organizzato azioni di sensibilizzazione prima delle partite disputate questo fine settimana, “per non dimenticare Giulia e tutte le vittime del femminicidio”.
Prima delle partite, anche di serie A, i giocatori leggono messaggi contro la violenza sulle donne. Nell'ambito della campagna “Cartellino rosso per violenza”, giocatori e allenatori sono entrati in campo con vernice rossa sui loro volti.
Evidenziando l'impatto dello sport, in particolare sui giovani, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha dichiarato: “Anche noi esprimiamo il grido di tante donne vittime di violenza. La FIGC e tutto il mondo del calcio stanno facendo la loro parte per contribuire a eliminare questi terribili crimini e costruire una vera cultura del rispetto educando i giovani.
La più grande delle proteste in molte città il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ha avuto luogo nella capitale Roma.
Secondo gli organizzatori, allo spettacolo nella zona del Circo Massimo hanno assistito 500.000 persone. Durante la manifestazione sono stati esposti anche degli striscioni in ricordo di Giulia Cecchettin.
Il gruppo Non Una Di Meno, che ha organizzato la manifestazione, ha promesso di continuare la lotta contro la “cultura della violenza e dello stupro” e ha criticato i programmi dell'attuale governo.
L'organizzazione ha criticato l'inadeguatezza del progetto di “educazione alle relazioni emotive” nelle scuole, annunciato questa settimana dal Ministero dell'Istruzione, e la mancanza di iniziative governative per garantire maggiori diritti e libertà alle donne.
Il presidente Sergio Mattarrella, nel suo messaggio pubblicato il 25 novembre, ha dichiarato: “Una notizia drammatica scuote la coscienza del Paese. “Una società umana ispirata a criteri di civiltà non può accettare né tollerare attacchi costanti e persino omicidi contro le donne”, ha affermato.
In che modo l'omicidio è diventato l'agenda dell'Italia?
Giulia Cecchettin, 22 anni, che viveva nel comune di Vigonovo, Venezia, è scomparsa l'11 novembre e il suo corpo è stato ritrovato una settimana dopo in un fosso vicino al lago di Barcis, nella Venezia Giulia.
È stato accertato che Cecchettin, che aveva subito numerose coltellate, ha tentato di combattere il suo assassino per circa 25 minuti.
Secondo le dichiarazioni della famiglia e degli amici di Cecchettin, Turetta controllava e faceva pressioni ossessivamente su Cecchettin e non voleva che la giovane finisse il college prima di lui.
È stato rivelato che in un messaggio vocale inviato da Cecchettin ai suoi amici circa un mese e mezzo prima del suo omicidio, aveva detto che voleva il suo ex fidanzato Filippo Turetta fuori dalla sua vita, ma che aveva paura che Turetta si suicidasse.
L'Università di Padova, dove Giulia Cecchettin ha studiato ingegneria biomedica, ha annunciato che preparerà simbolicamente un diploma per la sua ex studentessa.
Commemorazioni in onore di Cecchettin si sono svolte durante la settimana all'Università di Padova e in molti licei e università del Paese. Durante le cerimonie, invece del minuto di silenzio, venivano compiute “azioni rumorose”.
Secondo i dati del Ministero dell'Interno italiano, dall'inizio di quest'anno fino al 20 novembre sono stati commessi nel Paese 106 femminicidi.
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