Ritrovata in Italia la casa e rifugio del boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì scorso dopo 30 anni di latitanza. Nella stanza, alla quale si accedeva da un passaggio segreto dietro un armadio, furono sequestrate scatole che sembravano svuotate, oltre a pietre preziose.
Si afferma che sia stato il direttore della regione di Trapani fino all’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ultimo boss latitante del periodo delle stragi mafiose siciliane di Cosa Nostra negli anni ’90, all’inizio di questa settimana.
Denaro, 60 anni, è sospettato di aver classificato documenti di Cosa Nostra.
Sta cercando di capire come il boss mafioso, arrestato nella clinica privata dove è stato ricoverato lunedì a Palermo, si sia nascosto durante la sua fuga di 30 anni e i suoi collaboratori.
Le forze di sicurezza hanno prima individuato una casa dove Denaro ha trascorso almeno l’ultima fase della sua fuga.
Si è scoperto che per almeno gli ultimi 6 mesi di fuga di Denaro, viveva in un appartamento nel comune di Campobello di Mazara, vicino alla sua città natale di Castelvetrano.
Mentre durante le perquisizioni effettuate in questa casa non sono stati trovati documenti e armi, sono stati trovati abiti di marca di lusso.
I combattenti della criminalità organizzata hanno proseguito le ricerche nella zona e ieri hanno scoperto una stanza segreta ritenuta essere il bunker del Denaro.
In un’altra abitazione nei pressi dell’appartamento del boss mafioso a Campobello di Mazara, sono stati scoperti un passaggio segreto dietro un armadio e una stanza attraverso la quale si entrava.
Secondo i resoconti dei media, nella stanza segreta sono state trovate “pietre preziose di dimensioni significative”.
Tuttavia, il fatto che molte delle scatole in questa stanza segreta fossero vuote è stato interpretato come i documenti segreti avrebbero potuto essere portati altrove dai suoi collaboratori dopo la cattura di Denaro.
Secondo le informazioni diffuse alla stampa sulle operazioni compiute, le due abitazioni individuate dalle forze dell’ordine appartengono a nomi legati alla mafia.
L’appartamento di Denaro è stato acquistato la scorsa estate per Andrea Bonafede, di cui utilizza anche l’identità.
Bonafede, nipote di un ex boss mafioso, ha ammesso di aver comprato la casa con i soldi di Denaro.
La stanza segreta, che sarebbe servita da ricovero, sembra appartenere anche a Errico Risalvato, che sarebbe stato vicino a Denaro e fu assolto dopo essere stato processato per mafia.
Anche il fratello di Risalvato, l’ex funzionario comunale Giovanni, è stato condannato per favoreggiamento di Denaro e condannato a 14 anni di carcere.
Le forze di sicurezza stanno anche cercando di identificare la rete che ha reso possibile la fuga di 30 anni di Denaro.
Il suo autista, Giovanni Luppino, che è stato arrestato insieme al boss della mafia durante l’operazione di lunedì, dovrebbe essere interrogato oggi.
Un’inchiesta è stata aperta anche nei confronti dell’oncologo della Denaro Filippo Zerilli, che si occupa di cure oncologiche, e di Alfonso Tumbarello, suo medico curante nel suo paese natale Campobello di Mazara.
Tumbarello era determinato a candidarsi per il partito dell’Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC) alle elezioni amministrative del 2006 e del 2011, e inserito anche nella loggia massonica “Grande Oriente d’Italia”.
Nel comunicato della loggia si annunciava che Tumbarello era stato “rimosso dalle attività massoniche” a causa delle accuse mossegli.
È stato invece annunciato che Denaro, che ha ricevuto la chemioterapia ed è stato portato nella clinica dove si è recato lunedì per le cure, continuerà in carcere la cura del cancro.
Il boss mafioso è stato portato nel carcere di massima sicurezza della città di L’Aquila, sulla terraferma italiana, dopo il suo arresto in Sicilia.
Matteo Messina Denaro, che ha a suo carico diversi ergastoli, sarà sottoposto al rigido regime del “41-bis” applicato ai mafiosi di alto rango, che ne limita la comunicazione con l’esterno.
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